Piceno Consind e Uniproject finiscono in tribunale. Ecco cosa sta succedendo

Piceno Consind e Uniproject finiscono in tribunale. Ecco cosa sta succedendo
Piceno Consind e Uniproject finiscono in tribunale. Ecco cosa sta succedendo
di Mario Paci
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Sabato 20 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:43

ASCOLI Dopo la decisione di Piceno Consind di revocare, dopo 16 anni, la gestione dell’impianto di Basso Marino che smaltisce rifiuti pericolosi, per presunte negligenze, immediata giunge la replica della società che annuncia il ricorso alle vie legali. «Al di là dell’infondatezza nel merito dei presunti inadempimenti attribuiti ad Uniproject, la delibera di risoluzione adottata da Piceno Consind presenta inoltre evidenti vizi - afferma Longino Carducci, presidente di Uniproject. - È accaduto in sostanza che Piceno Consind ha emesso la delibera di risoluzione senza attivare con Uniproject alcun contraddittorio».

I controlli

Per Carducci Piceno Consind avrebbe adottato la delibera di risoluzione senza avere alcuna certezza della veridicità e fondatezza degli inadempimenti attribuiti ad Uniproject ! «Piceno Consind riferisce infatti di aver rimesso agli enti di controllo (Provincia di Ascoli Piceno, Arpam Carabinieri Nucleo Operativo Ecologico e Forestale), l’opportunità di verificare se le difformità rilevate dal Consorzio siano effettivamente tali».

L’altro ieri l’Arpam e i carabinieri forestali hanno concluso un sopralluogo all’impianto di Basso Marino all’esito del quale «non hanno rilevato e accertato alcuna delle criticità che sono state propalate da Piceno Consind. Non vi è dunque alcuna compromissione della gestione dell’impianto così come da esso non deriva alcun pregiudizio per i residenti limitrofi» sottolinea Carducci. Per Uniproject quindi, la delibera di risoluzione presenterebbe gravi vizi che saranno debitamente sollevati innanzi alla magistratura in assenza di un doveroso passo indietro del Consorzio. La decisione di Piceno Consind di pubblicizzare la delibera rappresenta per Uniproject «fonte di gravissimo danno, patrimoniale e non patrimoniale, per le ripercussioni con la clientela e per la lesione dell’immagine dell’azienda oltre che, non da ultimo, per le gravissime potenziali ripercussioni che ciò potrebbe avere sul personale impiegato».

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