ASCOLI - Deteneva materiale pedopornografico sul suo computer. È quanto emerge a conclusione dell’indagine che la Procura di Ancona ha portato avanti nei confronti di padre Alberto Bastoni, l’ex vice parroco della cattedrale allontanato lo scorso mese di giugno dall’allora vescovo monsignor Giovanni D’Ercole.
Nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagine nei suoi confronti in cui si ipotizza il reato di detenzione di materiale pedopornografico. Dall’analisi tecniche effettuate in sede di indagine sull’hard disk del computer usato da padre Alberto Bastoni, gli investigatori hanno rinvenuto una foto in cui compare un minore mentre compie atti sessuali ed un video dal contenuto analogo anch’esso trovato nella memoria del notebook che era nelle disponibilità dell’allora vice parroco della cattedrale.
Fatti che sarebbero stati accertati nell’aprile dello scorso anno. Ora, i difensori di padre Bastoni, gli avvocati ascolani Simone Fioravanti e Umberto Gramenzi, avranno la possibilità consultare tutto il fascicolo di indagini ed, eventualmente, entro venti giorni, presentare memorie e depositare documentazioni oppure rilasciare dichiarazioni spontanee o chiedere di essere interrogato.
Nei prossimi giorni, gli avvocati passeranno al setaccio tutto il materiale raccolto dagli inquirenti e decideranno la linea difensiva da portare avanti.
Non è la prima volta che padre Alberto Bastoni finisce al centro di una inchiesta della magistratura. Nel 2012 era finito in uno scandalo poiché, anche in quel caso, fu trovato in possesso di alcune dosi di cocaina e, inoltre, era stato accusato da alcuni testimoni di aver dato vita a dei festini a sfondo sessuale. In quella occasione, il religioso fu scagionato completamente e dopo aver trascorso tre anni in una struttura di Trento, approdò ad Ascoli dove trovò la disponibilità di monsignor D’Ercole a prenderlo in prova.
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