Ascoli, scintille fra medici al Mazzoni, ok al procedimento disciplinare dell’Ast: l’episodio è avvenuto in pubblico e per i vertici aziendali va sanzionato

I due camici sono venuti quasi alle mani, davanti a dei testimoni, in un reparto del Mazzoni

Ascoli, scintille fra medici, ok al procedimento disciplinare dell’Ast: l’episodio è avvenuto in pubblico e per i vertici aziendali va sanzionato
Ascoli, scintille fra medici, ok al procedimento disciplinare dell’Ast: l’episodio è avvenuto in pubblico e per i vertici aziendali va sanzionato
di Mario Paci
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 07:23

ASCOLINon è piaciuto affatto ai vertici dell’azienda sanitaria territoriale il comportamento dei due medici di un reparto dell’ospedale Mazzoni che sono quasi venuti alle mani e per i quali è stato richiesto l’intervento della vigilanza per riportare la calma. Un episodio avvenuto alla presenza di altri testimoni che ha arrecato un danno anche di immagine all’azienda sanitaria. Per questo motivo, nelle prossime ore, sarà aperto un procedimento disciplinare per fare luce sull’episodio avvenuto e per comminare eventuali sanzioni di tipo amministrativo.

Le scintille fra i due medici sono, purtroppo, la cartina di tornasole di un clima teso che si respira in ambito sanitario.

Il personale medico è insufficiente, i carichi di lavoro rimangono alti ed è inevitabile che possano avvenire certi scontri. Una situazione lavorativa difficile che perdura da anni e dove all’orizzonte non si scorgonomiglioramenti. Non è un caso che proprio nella provincia di Ascoli ci sia la maggiore concentrazione di strutture mediche private e addirittura negli ultimi anni, come confermano i dati in possesso di Palazzo Arengo, ci sono state le richieste per l’apertura di 36 studi medici privati.

La direttrice generale, Nicoletta Natalini, cerca di fare quadrare i conti e quindi solo una scelta politica può invertire la rotta. Nel 2017 una delibera del consiglio regionale stabilì che ci sarebbe dovuto essere un riequilibrio delle risorse finanziarie. Gli operatori sanitari e l’utenza è in grado di giudicare se si è poi verificato. Ed è proprio alle forze politiche che i sindacati si appellano.

L’appello

«Abbiamo più volte tentato, come maggioranza sindacale, di far desistere la direzione dall’intraprendere iniziative unilaterali che vengano meno anche ai vincoli contrattuali eppure, pur di rispettare il ridicolo budget per il personale che la giunta regionale a guida Acquaroli ha riservato alla nostra azienda sanitaria, si continua a mandare a casa personale fondamentale e si tenta di rimediare facendo lavorare uno stesso professionista su più reparti al solo fine di risparmiare risorse economiche. Tutto questo è inaccettabile» sbotta Viola Rossi della Cgil. Per il sindacato non lo è solo per i lavoratori che vedono addirittura negarsi il diritto di lavorare con professionalità, dedicandosi all’attività dell’unità operativa assegnatagli, senza correre da una corsia all’altra pur di essere spremuti sino allo sfinimento, ma lo è ancor di più per i cittadini che rischiano, rivolgendoci al sistema sanitario pubblico, di avere un’assistenza sbrigativa e con un rischio clinico che si innalza vertiginosamente.

«Ciò è a maggior ragione vero in vista della riorganizzazione della Medicina di urgenza e del Pronto Soccorso di San Benedetto: dal prossimo mese, le risorse umane saranno ridotte e razionalizzate, utilizzate su più servizi perché i numeri non consentirebbero il mantenimento dell’attuale quantitativo di personale. Questa gestione della sanità pubblica è un’indecenza per cui ci chiediamo dove siano i sindaci ed i rappresentanti delle istituzioni locali e cosa intendano fare per difendere la nostra salute. Continueranno a guardare silenti o inizieranno a rivendicare risorse e giustizia per i cittadini del Piceno?».

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