«Senza deroghe addio stagione di pesca»: pressing sulla Regione affinché si adegui al decreto Milleproroghe

I pescatori incalzano la Regione
I pescatori incalzano la Regione
di Cristiano Pietropaolo
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Giovedì 24 Marzo 2022, 10:05

ASCOLI - Nell’aprile del 2020 venne emanata una legge che permetteva l’immissione di specie aliene di pesci nei fiumi nostrani. Questa legge, previa un’analisi del rischio, permetteva alle Regioni di fare una richiesta al Ministero per ottenere questa autorizzazione. Nel 2021 la Regione Marche, tra le prime a farlo, ha presentato la richiesta, ma nessuna regione, a parte qualcuna del Sud Italia, ha potuto seminare pesce lo scorso anno. 

 

L’analisi del rischio presentata dalla Regione non era stata esaustiva e la richiesta è stata bocciata. Le conseguenze hanno visto un blocco di tutto il settore. Il decreto Milleproroghe spiega che le Regioni possono tornare a gestire le immissioni nei fiumi come si faceva in precedenza, attraverso le carte ittiche. Si è anche costituita una commissione di 12 elementi per analizzare il problema e dare il tempo alle Regioni ad adeguarsi. Infine è stato redatto il calendario della pesca senza fare riferimento al Milleproroghe e senza rispettare il cosiddetto “no kill”. 

«Perché la Regione Marche non si è voluta attenere al Milleproroghe come le altre? La pesca è rimasta ferma e lo rimarrà se non si cambierà il calendario.

Noi chiediamo un adeguamento al Milleproproghe e di sospendere il progetto presentato al Ministero» è la posizione del Fly Fisherman Club, nato nel 1988 e che conta su una trentennale esperienza nella divulgazione della pesca con la mosca artificiale. «Le numerose segnalazioni fatte dalle associazioni piscatorie sulla totale inadeguatezza delle decisioni prese dall’ufficio regionale Caccia e Pesca - continua l’associazione - hanno causato modifiche, decreti, consultazioni e quindi ritardi. A fronte di tutto ciò verrebbe da pensare che quanto deciso soddisfi un po’ tutti. Niente di tutto ciò. Non è stato fatto altro che confermare la strada intrapresa lo scorso anno che bloccato la pesca nella nostra Regione. Si parla di pesca agonistica, di pesca ricreativa, di attività che generano un indotto nel territorio, commerciale e turistico. Non possiamo, come hanno fatto altre Regioni, prendere atto che sino al 31 dicembre 2023 è stata concessa una deroga nazionale volta a rendere autorizzabile il ripopolamento in natura con le specie ittiche la cui immissione era autorizzata in data antecedente all’applicazione del decreto del 2 aprile 2020? Il tutto in attesa di conoscere l’esito dei lavori a livello nazionale che il Nucleo di ricerca e valutazione dovrà fornire tra due anni. Quello che più lascia l’amaro in bocca sono le tante promesse, le continue rassicurazioni sistematicamente disattese, lo scarica barile su precedenti gestioni e amministrazioni, su progetti intrapresi anni or sono; insomma una politica vecchio stampo». Il sindaco di Arquata Michele Franchi conclude: «Sono convinto che si possa trovare una soluzione. Parco e Regione deroghino per far ripartire qualcosa di importante per noi. La pesca è fondamentale per la valorizzazione del nostro territorio e ha sempre portato sviluppo ed economia. Siamo sicuri che si troverà un accordo».

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