Pfizer, calo della produzione del 15%: scatta il licenziamento per 23 operai

Pfizer, calo della produzione del 15%: scatta il licenziamento per 23 operai
Pfizer, calo della produzione del 15%: scatta il licenziamento per 23 operai
di Mario Paci
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Domenica 14 Gennaio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 18:59

ASCOLI Dopo anni di fatturati alle stelle e crescita vorticosa ed esponenziale dal punto di vista occupazionale (da 701 dipendenti a tempo indeterminato del 2021 ai 773 attuali) il 2024, per lo stabilimento ascolano di Campolungo della multinazionale Pfizer, non inizia sotto i migliori auspici. Anzi. La proprietà, infatti, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e a Confindustria Ascoli, l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 23 dipendenti.

Il calo produttivo

Lo stabilimento ascolano, uno dei quattro a livello mondiale (gli altri sono a Friburgo in Germania, Newbridge in Irlanda e Nagoya in Giappone) specializzato nella produzione di farmaci in capsule e compresse, è considerato una eccellenza per la professionalità delle maestranze e per innovazione dei suoi impianti, ma sconta il dinamico e spesso caotico mercato mondiale. Quali sono le cause che hanno indotto la multinazionale ad adottare questo provvedimento dopo anni di politiche espansionistiche? Due i principali motivi. Il farmaco Paxlovid, l’antivirale per la terapia per curare il Covid, che viene prodotto a Campolungo, è passato dai quindici milioni di pezzi del 2022 ai due programmati nel 2024.

Il farmaco, infatti, viene somministrato nei casi severi del Covid ma pur essendo il virus tuttora molto diffuso (basta leggere i bollettini settimanali) sta arretrando nelle forme più gravi. Il secondo motivo è legato alla produzione del Medrol. Il cortisone viene confezionato nello stabilimento di Ascoli, destinato al mercato cinese, ma per scelte strategiche aziendali, verrà prodotto direttamente nel paese del “regno di mezzo”. Dunque, secondo le previsioni, nel sito ascolano è calcolato nel 2024 un calo della produzione di circa il 15%. Non sarà possibile nemmeno ricorrere alla cassa integrazione poichè questi due fattori citati non sono classificabili come fenomeni transitori.

Le proposte

La multinazionale ha comunicato ai sindacati e Confindustria la volontà di aprire un tavolo per concordare assieme le misure meno dolorose (mobilità volontaria?) pur nel rispetto comunque della procedura dei licenziamenti collettivi che è sancita dalla legge. Per il sito ascolano, finora è balzato all’onore delle cronache internazionali per la sua efficienza, purtroppo è una battuta d’arresto.

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