ASCOLI Dopo anni di fatturati alle stelle e crescita vorticosa ed esponenziale dal punto di vista occupazionale (da 701 dipendenti a tempo indeterminato del 2021 ai 773 attuali) il 2024, per lo stabilimento ascolano di Campolungo della multinazionale Pfizer, non inizia sotto i migliori auspici. Anzi. La proprietà, infatti, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e a Confindustria Ascoli, l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 23 dipendenti.
Il calo produttivo
Lo stabilimento ascolano, uno dei quattro a livello mondiale (gli altri sono a Friburgo in Germania, Newbridge in Irlanda e Nagoya in Giappone) specializzato nella produzione di farmaci in capsule e compresse, è considerato una eccellenza per la professionalità delle maestranze e per innovazione dei suoi impianti, ma sconta il dinamico e spesso caotico mercato mondiale. Quali sono le cause che hanno indotto la multinazionale ad adottare questo provvedimento dopo anni di politiche espansionistiche? Due i principali motivi. Il farmaco Paxlovid, l’antivirale per la terapia per curare il Covid, che viene prodotto a Campolungo, è passato dai quindici milioni di pezzi del 2022 ai due programmati nel 2024.
Le proposte
La multinazionale ha comunicato ai sindacati e Confindustria la volontà di aprire un tavolo per concordare assieme le misure meno dolorose (mobilità volontaria?) pur nel rispetto comunque della procedura dei licenziamenti collettivi che è sancita dalla legge. Per il sito ascolano, finora è balzato all’onore delle cronache internazionali per la sua efficienza, purtroppo è una battuta d’arresto.