Chiese e monumenti "oscurati" dai tavolini, è polemica: «I dehors servono, ma le regole ci sono e vanno rispettate»

Ascoli, chiese e monumenti "oscurati" dai tavolini, è polemica: «I dehors servono, ma le regole ci sono e vanno rispettate»
Ascoli, chiese e monumenti "oscurati" dai tavolini, è polemica: «I dehors servono, ma le regole ci sono e vanno rispettate»
di Filippo Ferretti
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Sabato 22 Maggio 2021, 09:29

ASCOLI - Monumenti e piazze di Ascoli invase dai tavolini, divampa la polemica. Italia Nostra e alcuni turisti si sono infatti lamentati perchè molti scorci architettonici e monumentali sono stati offuscati da gazebo dopo la ripartenza dei ristoratori in zona gialla. La situazione è diventata critica con il ritorno, seppure ancora timido, dei turisti, i quali hanno protestato per l’impossibilità di fruire e immortalare i monumenti del centro storico, perché assediati da tavoli e sedie. 

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Il regolamento

Ad intervenire sull’argomento, consapevole di quanto sia necessario per i commercianti recuperare il terreno perso per il Covid, è Daniele Fabiani, presidente provinciale della Federazione italiana dei pubblici esercizi di Confcommercio. Fabiani ricorda che esiste un preciso regolamento dell’arredo urbano da rispettare, sia sui materiali scelti, sia sugli spazi occupati, ma che prima di tutto debba prevalere il buon senso degli esercenti. «Nel caso in cui le aree continuino ad essere occupate in maniera eccessiva, allora sarà necessario effettuare controlli a tappeto» esordisce Fabiani che, essendo titolare del ristorante Vittoria, sente particolarmente il problema. «Urge ripartire, ma è altrettanto importante che una città storica come Ascoli conservi il decoro necessario, soprattutto con il ritorno dei turisti» ricordando che chiunque violi i regolamenti, è soggetto a sanzioni. A conferma del fatto che le associazioni culturali cittadine siano contrarie ad operazioni che possano offuscare le bellezze architettoniche è da ricordare l’accesa battaglia che qualche anno fa intraprese la capo delegazione del Fai Alessandra Stipa, che riteneva insostenibile la presenza di bancarelle con reggiseni e slip esposti davanti all’ingresso del duomo. Da mesi, sulla propria pagina facebook, il Coordinamento antidegrado pubblica immagini che ritraggono bottiglie e bicchieri abbandonati dai ragazzi nella notte davanti a chiese e monumenti. «Alla base manca il rispetto, perché in questo modo la città viene offesa» spigano i membri del Coordinamento, i quali nel comprendere la necessità di far lavorare i locali pubblici non accettano il disinteresse che in alcuni casi si registra verso il patrimonio culturale della città. «Sinora è stato chiuso un occhio ma abbiamo chiesto al Comune che, terminata la pandemia, si rivedano le regole dell’arredo urbano» hanno evidenziato i rappresentanti dell’associazione.
L’affondo 
«Puntare l’indice su attività che stanno solo cercando di lavorare nel pieno rispetto delle regole, – evidenzia Dario Ciotti, responsabile della Locanda del Medioevo dietro al battistero - dopo quasi un anno tra chiusure e restrizioni, è assurdo.

E va sottolineato che le regole parlano chiaro e l’utilizzo esclusivo di spazi all’aperto è previsto da un decreto governativo. È il governo Draghi che ha fatto la scelta di consentire in questa fase solo l’utilizzo delle aree esterne, come succede anche nelle più importanti città d’arte italiane, proprio per consentire di lavorare ad un settore finora fortemente penalizzato. Sollevare questa polemica in un momento storico come questo è fuori luogo. Non è certo per nostra scelta che ora possiamo usare solo gli spazi esterni. Tra l’altro, forse non ci si rende conto che questa opportunità di poter degustare qualcosa ammirando le bellezze cittadine è un valore aggiunto per chi viene ad Ascoli. Sono tanti i turisti che ce lo confermano. È giusto rispettare le regole e magari punire chi non lo fa, ma le regole sono queste e noi come tante altre attività stiamo lavorando sulla base di una specifica autorizzazione del Comune e rispettiamo tutte le indicazioni». 

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