Dehors e gazebo per la ripartenza: «Monumenti e chiese assediati da tavolini e bicchieri, serve un limite»

Ascoli, dehors e gazebo per la ripartenza: «Monumenti e chiese assediati da tavolini e bicchieri, serve un limite»
Ascoli, dehors e gazebo per la ripartenza: «Monumenti e chiese assediati da tavolini e bicchieri, serve un limite»
di Filippo Ferretti
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Venerdì 21 Maggio 2021, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:29

ASCOLI - I visitatori si lamentano, le associazioni criticano. Secondo coloro che pensano che la parte monumentale rappresenti la maggiore ricchezza del territorio, l’eccessivo permissivismo in fatto di arredi esterni per bar e ristoranti, può risultare un grave danno all’immagine storica di Ascoli. Poco meno di dieci anni fa, decine di migliaia di euro andarono in fumo per diverse attività operative in piazza Arringo perché i loro dehor, allestiti dagli operatori del food per avere i clienti anche con il maltempo e d’inverno, erano stati tardivamente bocciati dalla Soprintendenza delle Marche.

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Perché da sempre, a volte in maniera anche troppo severa, si è pensato che gli arredi urbani del centro di Ascoli con i loro colori, materiali e stili non fossero consoni alle bellezze di storia e arte in cui sono inseriti. 

Il provvedimento

Dalla scorsa primavera, con la necessità di far lavorare il più possibile i titolari e i gestori dei locali allo scopo di far recuperare il lavoro perduto a causa del lockdown, le istituzioni hanno dato la possibilità ai bar, ai ristoranti, ai pub e alle gelaterie di allestire senza limiti i loro spazi esterni.

Il problema è che, oltre ad una certa noncuranza nell’immagine, i tavoli hanno finito col raggiungere un numero tale da invadere le aree intorno alle piazze, ai monumenti e alle chiese. Il risultato è che i turisti che sono tornati a frequentare Ascoli, trovano le bellezze architettoniche soffocate. E non si parla solo di sedie, tavoli, tettoie e gazebo, ma anche di decine di bottiglie e bicchieri in pezzi e nell’abbandono. 

I commenti

«Effettivamente io e mia moglie ci siamo messi a togliere l’immondizia che sporcava la facciata di una delle vostre chiese più belle, quella di Santa Maria Intervineas» ha spiegato il toscano Simone Vinci, raccontando di essere stato testimone, nel suo giro itinerante tra le bellezze cittadine, di autentici baccanali presso quasi tutti i monumenti più importanti. «A parte i troppi tavoli impediscono ai passanti di camminare agevolmente, credo che si tratti anche di una mancanza di rispetto nei confronti dei luoghi di culto» ha aggiunto l’ascolano Emidio Celani, riferendosi a quel che capita spesso ai fedeli nell’entrare in chiesa per assistere alle funzioni. «Capisco che i commercianti debbano lavorare dopo tanta sofferenza ma è indispensabile individuare le modalità più giuste per allestire gli arredi urbani, affinché tutto ciò non si interferisca con il nostro patrimonio culturale e artistico» evidenzia con vigore Gaetano Rinaldi di Italia Nostra, che lancia un appello a tutte le associazioni che hanno a cuore la città a creare un report sulla questione. 

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