ANCONA «Pressioni politiche? Un’ipotesi campata per aria». Non ha dubbi il professor Floriano Bonifazi. La parola nel thriller politico dell’esodo partenopeo della pneumologa di Torrette Lina Zuccatosta gli spetta come decano della materia e come genitore. Allergologo, ex primario e consulente regionale in tema di ambiente e sanità. E padre, in questo caso, della professoressa Martina Bonifazi, da settembre alla guida di una nuova struttura dipartimentale, a titolarità universitaria, ribattezzata “Diagnosi e Terapia delle patologie polmonari infiltrative diffuse, pleuriche e delle bronchiectasie dell’adulto”.
Le voci di corridoio
Nei corridoi dell’ospedale, infatti, alcune voci vogliono l’addio alla volta di Napoli di Zuccatosta legato a un presunto taglio di risorse alla pneumologia a favore della creazione della Sosd poi assegnata con regolare concorso alla professoressa Bonifazi. «Vedo degli eccessi interpretativi.
Il diritto di replica
I sospetti di scelte politiche? «Non si parla di nepotismo, potete tranquillizzare tutti» fa sorridendo. Del resto, per la professoressa Bonifazi «è la carriera che parla». Il curriculum non lascia ombra di dubbio: professoressa associata di malattie dell’apparato respiratorio presso l’Univpm dal 2019, direttrice della scuola di specializzazione di pneumologia (24 medici in formazione attualmente iscritti) dal 2022, oltre che responsabile della Sosd. Profilo di massima caratura, dunque. «Ha 42 anni e una vita davanti a sé, i cittadini marchigiani possono stare tranquilli perché l’area delle malattie respiratorie e allergiche è in buone mani» assicura il prof. «Mia figlia l’ha presa molto male perché lei non ha mai alimentato alcun clima competitivo» ci svela, poi, circa le conseguenze di questa storia. «Essere “figlio di” non significa dover emigrare, altrimenti molti bravi professionisti anconetani avrebbero dovuto andarsene nonostante fossero anche migliori dei loro genitori, medici pure loro», commenta Bonifazi. «In questa storia sono state fatte prima le valutazioni ma i fatti sono un’altra cosa» dice. Fatti che «sono talmente consistenti e forti che non ho riserve intellettuali circa l’esito di questa vicenda». Resta una certezza per il professor Bonifazi: che su questa operazione-verità «ci sia ancora tanto da fare». E che, forse, «c’è una discreta mancanza di rispetto per la mia storia professionale e per quella di mia figlia, per quello che abbiamo fatto nelle nostre esistenze».