Grazie Vasco, hotel pieni. «Ma gli eventi non bastano, ora c’è bisogno di un’identità»

Grazie Vasco, hotel pieni. «Ma gli eventi non bastano, ora c’è bisogno di un’identità»
Grazie Vasco, hotel pieni. «Ma gli eventi non bastano, ora c’è bisogno di un’identità»
4 Minuti di Lettura
Martedì 28 Giugno 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 04:24

ANCONA L’indotto dei grandi live movimenta la città. Hotel pieni tra il primo vero weekend d’estate e lo spettacolo di Vasco che ha portato ad Ancona fan da tutta Italia. La maggior parte si è fermata una sola notte, quella di domenica per la toccata e fuga in concomitanza dello show. Ma qualcuno ha prenotato per l’intero fine settimana, approfittando di scoprire meglio la città e fare una puntata verso il mare. 


La ricaduta 

«Un evento come quello di ieri, e tutti i grandi eventi fanno sempre bene alla città e alle sue attività - commenta Guido Guidi, che ha avuto anche il privilegio di ospitare il Komandante nella suite del SeeBay a Portonovo - attira tante persone diverse, di tutte le età, creando un indotto molto significativo».

Anche bar e ristoranti ne hanno giovato. Ma in questo periodo «capita spesso che rimangano camere invendute - prosegue Guidi - specie per gli hotel cittadini dove la domenica è un giorno buco. Mentre con un evento del genere l’hotellerie anconetana ha avuto sicuramente una ricaduta positiva». 


Il mordi e fuggi


La stragrande maggioranza ha optato per una notte e via, quella di domenica. «Ma tra i miei ospiti ho avuto anche chi ha abbinato il sabato alla serata del concerto - afferma Michele Bernetti, titolare del Grand Hotel Palace - così da trascorrere un intero fine settimana in città e godersi le bellezze del posto, soprattutto il mare». Per gli imprenditori turistici di Ancona, l’abbinamento tra città e grandi eventi è il connubio perfetto per lavorare sul posizionamento d’immagine utile ad accrescere l’appeal del capoluogo. «E’ sempre un’associazione positiva - commenta Bernetti - ora si punti ad un piano strategico condiviso per il marketing cittadino, anche nell’ambito dei grandi eventi». Il nervo scoperto è l’assenza di un’etichetta che identifichi Ancona in un determinato settore. Dei vari cluster, poi, quello dell’intrattenimento è forse il più carente. Ma l’estate alla Mole Vanvitelliana è una garanzia di eventi culturali. In ogni caso «essere tappa di uno dei tour più importanti a livello nazionale porta lustro alla città ed è un altro modo di comunicare Ancona in quanto destinazione». Per gli operatori della ricettività il nodo principale è dare continuità agli eventi che generano indotto. O, se non altro, puntare sui periodi dell’anno più fiacchi. «Organizzare grandi eventi come questo in periodi di bassa stagionalità, magari in quelli che chiamiamo spalla (aprile-ottobre) permetterebbe di dare ulteriori impulsi alla destagionalizzazione - spiega Guidi - o all’allungamento della stagione estiva». 

La pianificazione


Ma la questione dell’identità cittadina resta centrale per la pianificazione. «Solamente va capita e definita quale debba essere questa identità - aggiunge Bernetti - altrimenti temo che questo tipo di eventi restino troppo diluiti nell’arco dell’anno e, al di là della ricaduta immediata, vengano archiviati e dimenticati». Battere il ferro finché è caldo. «Credo che la politica debba confrontarsi con gli imprenditori - prosegue Bernetti - per formulare una strategia condivisa volta ad accrescere l’appeal e l’attrattiva in città».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA