Generazione fragile, parlano i presidi: «L’errore è il loro incubo, i ragazzi sono sotto stress: tocca agli adulti aiutarli»

Trucchia, Coordinamento genitori democratici: «Fare corsi di formazione»

Generazione fragile, parlano i presidi: «L’errore è il loro incubo, i ragazzi sono sotto stress: tocca agli adulti aiutarli»
Generazione fragile, parlano i presidi: «L’errore è il loro incubo, i ragazzi sono sotto stress: tocca agli adulti aiutarli»
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 15:31
ANCONA Fratture sociali, contingenze storiche, la grande incertezza generata dai due conflitti che infiammano il pianeta. Per Alessandra Rucci tra la scuola e il resto del mondo la distanza è pari a zero, e i ragazzi che la frequentano sono spugne emozionali. Assorbono tutto. Da preside dello scientifico Galilei segna il punto di discontinuità, nei giorni a seguire il dramma del 14enne che s’è gettato dalla finestra della sua classe, per un’interrogazione andata male: «Questa generazione di studenti è differente dalle precedenti. Esprime bisogni educativi diversi e fragilità complesse da indagare. Noi, come professionisti della formazione, abbiamo il dovere di cogliere questi cambiamenti».  


La stagione 


Passa alla messa in pratica, la dirigente, e apre alla stagione della valutazione senza voto, a favore di quella descrittiva. Per rafforzare le sponde, cita Cristiano Corsini, di Roma3, il pedagogista che ha firmato “La valutazione che educa”. «L’ho fatto leggere ai miei insegnanti per riflettere sul valore del voto, che, se non accompagnato da un giudizio descrittivo, non aiuta a capire cosa si sbaglia, dove si può migliorare». Va oltre la freddezza del dato: «Dobbiamo proporre prove senza punteggi, servirebbero a infondere speranza». Altro elemento sensibile, per la Rucci, sono le medie, aritmetiche: «Uno strumento dannoso. Inserire un 2 nel registro elettronico significa dire ai ragazzi che non avranno la possibilità d’appello se il risultato finale è la media». Il suo imperativo: «Si deve far capire loro che l’errore è un passaggio dell’apprendimento. Va favorito questo approccio resiliente e formati gli insegnanti che devono trasmetterlo». Sistema ancora una tessera d’un mosaico da ricomporre: «È grave che non vi sia la figura fissa dello psicologo tra banchi e corridoi. Ci arrabattiamo con i fondi di bilancio, ma non basta».


Presente, Francesco Savore è sul prezzo. «Noi del sistema-scuola stiamo organizzando interventi mirati con esperti, da prima del Covid».

Il dirigente scolastico del Vanvitelli-Stracca-Angelini disegna il perimetro d’azione: «Oltre la valutazione: dobbiamo tener conto del benessere degli adolescenti». La sua voce ha il vigore d’un denominatore comune: «I ragazzi oggi sono più deboli di fronte ai no». Spalanca il registro, lo depura da punizioni e umiliazioni. «Il 2 è la misura d’una prestazione, non dev’essere un giudizio sull’individuo». La sua - avverte - non è una difesa d’ufficio. «Dobbiamo dircelo, tuttavia: la scuola non è la causa di tutti i mali. Fuori dalle aule non ci sono argini alle richieste dei giovani, che oggi soffrono molto di fronte a un rifiuto». La sua amarezza: «Da noi ci si aspetta tanto, ma da soli non possiamo assicurare tutto». Nutre una speranza: «Con i fondi Pnrr verranno finanziati percorsi per scrutare le menti, per valorizzare le potenzialità dei più gracili. Ma ci vuole coerenza».


Il questionario 


Pausa, Laura Trucchia la sollecita. La presidente del Coordinamento genitori democratici è ferma nella sua convinzione: «È un dovere fermarsi a riflettere per capire, per rispondere a quella che, da tempo, è una vera emergenza». Come prima mossa invia alle istituzioni regionali e locali, tutte, una richiesta urgente di aiuto per affrontare il disagio giovanile. Fornisce dati e riflessioni, il frutto del questionario di indagine, la cui voce narrante, lo scorso anno, è stata quella di 677 tra studentesse e studenti. Lo urlano: «La loro richiesta principale è stata la riduzione dello stress da prestazione». Va oltre i proclami: «Proponiamo corsi di formazione alle relazioni positive, rivolti agli adulti che devono essere resi consapevoli degli effetti dei loro comportamenti sui ragazzi e sulle ragazze con cui si rapportano». Sportelli d’ascolto e psicologi scolastici valgono anche per i prof. «Vanno investiti fondi, va costruita una rete di attività, ricreative e di aggregazione, aperta anche alle famiglie». Infliggere 1, 2 o 3 è la negazione del suo principio: «Dare la possibilità dell’orizzonte, per rimediare». Cadere, rialzarsi, apprendere. 
 

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