SENIGALLIA - Condannato a 6 mesi di reclusione un ingegnere di 71 anni, residente in città, per violazione degli obblighi di assistenza familiare. L’uomo, infatti, pur conducendo una vita agiata e abitando in una villa con piscina, intestata all’attività, aveva smesso di pagare 350 euro di assegno di mantenimento all’ex moglie, come stabilito da un giudice.
Risultava nullatenente ma l’avvocato della donna, che ha un lavoro part-time per il quale percepisce un modesto stipendio, ha dimostrato in aula il tenore di vita benestante del professionista in pensione, che ancora lavora, che invece avrebbe smesso di pagare gli alimenti non potendoseli più permettere.
L’ex moglie invece con il suo solo stipendio legato ad un lavoro precario stenta ad arrivare alla fine del mese. «Il giudice ha percepito appieno il disagio sociale generato dalla condotta dell’imputato – interviene l’avvocato Domenico Liso, legale dell’ex moglie –, riconoscendo, nel condannarlo, una situazione davvero odiosa dove è stata violata una sentenza emessa da un giudice, che aveva stabilito quanto alla mia assistita spettasse di diritto a seguito della separazione divenuta definitiva con il divorzio. Obblighi violati senza una reale motivazione legata alla sfera economica».
Il 71enne dovrà quindi versare alla donna quanto stabilito da un altro giudice in fase di divorzio, oltre ad essere stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione per l’inadempimento degli obblighi derivanti dalla sentenza emessa nel 2006.
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