Gli chalet in spiaggia ko: «Senza i ponti di aprile ho perso 150mila euro»

Gli chalet in spiaggia ko: «Senza i ponti di aprile ho perso 150mila euro»
Gli chalet in spiaggia ko: «Senza i ponti di aprile ho perso 150mila euro»
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Venerdì 10 Aprile 2020, 09:35

ANCONA - Una solitudine che fa male, al cuore e al portafogli. Saltano come birilli i weekend di primavera, a partire dalla Pasqua: i ristoratori sono con i locali chiusi e le spalle al muro. Portonovo, in questi giorni di Coronavirus, sembra essere ritornata indietro di decine di anni. Gli operatori pagano un conto salato all’emergenza. Ad aprile avrebbero tutti essere in piena attività: dal tutto esaurito al deserto. E neanche l’opportunità di portare il cibo a domicilio.

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«Non avrebbe senso- spiega Ezio Giacchetti- vista la distanza e le cucine da rimettere in funzione. Non possiamo fare niente se non aspettare le indicazioni delle autorità. Per quanto ci riguarda questo stop, visto che avremmo aperto a marzo, fino alla fine di questo mese ci costa dai 100.000 ai 150.000 euro di fatturato. Con ricadute importanti per il personale». «Aspettiamo gli eventi- prende atto Marcello Nicolini del Laghetto-. Ad aprile, tra pasqua ed il weekend del 25, avremmo fatto il pieno. Tutto sfumato con un una perdita di decine e decine di migliaia di euro. Ma, vista la situazione, è giusto così, non si poteva fare altrimenti. Speriamo almeno nella possibilità di effettuare la manutenzione delle strutture». «Aprile è ormai perso- lamenta Fabrizio Giacchetti del Molo-. Speriamo di salvare una parte della stagione. Pasti a domicilio? Francamente è una cosa non fattibile. La nostra struttura è diversa. Siamo lontani dalla città e poi la gente viene a Portonovo anche per vedere il mare e stare all’aria aperta. E queste perle della natura non possiamo portarle nelle case». Paolo Bonetti lo scorso anno aveva aperto in ritardo e non riesce a quantificare i mancati incassi. «In ogni caso - sottolinea - la perdita è grande per tutti. Soprattutto per il nostro personale. In questi giorni a Portonovo non c’è nessuno, Solo cinghiali e fauna in abbondanza». Al coro si aggiunge Federica Rubini di Emilia. «Serve pazienza. Sperando soprattutto che la situazione sanitaria venga risolta e si ritrovi la serenità. Aprile è praticamente perso ma non penso al problema economico, se non quello causato ai dipendenti. Certo non sarà più come prima. Ma voglio essere ottimista. Riapriremo con meno gente ma questo può anche essere l’opportunità di un ritorno alla Portonovo di una volta. Potremmo dedicarci meglio ai nostri clienti. Con meno caos e più tranquillità». Stesso clima di mestizia a Senigallia. Dalla spiaggia di velluto gli operatori attendono un segnale per ripartire e guardano con delusione a due ponti persi, tra Pasqua e 25 aprile. «Siamo veramente preoccupati – spiega Doriano Micci, Il Mare in terrazza, People e Terrazza Marconi Beach –, di questi tempi già lasciavamo a disposizione dei clienti i primi lettini ed eravamo pieni per pranzo e cena. Abbiamo perso sei banchetti nuziali. Quando potremo riaprire partiremo con un piede zoppo. Di solito passavamo dai 7 dipendenti invernali ai 33 estivi ma dovremo fare delle scelte, ne serviranno meno». Quello del personale è un tema toccato nella lettera aperta al premier Giuseppe Conte da Cristian Ramazzotti dell’Acquapazza, che si sviluppa in spiaggia nel Lido Acquapazza, e dell’osteria di mare Tajamare. «In questi giorni nel settore turistico avrebbero aperto migliaia di attività che avevano da tempo accordi con i dipendenti per iniziare a lavorare (si stima oltre 400mila euro) – spiega -. Con il blocco delle attività, molti lavoratori si vedono sfumare questa opportunità. Non si può far finta di niente, anche questa casistica va presa in considerazione».

Per Filippo Borioni, che ha appena rimodernato i Bagni 77 ampliando i servizi anche sul fronte della somministrazione, questo inizio di stagione turistica al palo ha già fatto perdere un 10% al settore balneare. «Sarà necessario studiare un piano di emergenza per rilanciare l’immagine e cautelare con misure anti-crisi le imprese del settore turistico – aggiunge -. È urgentissimo riprendere le attività di manutenzione». Concorda il collega Marco Mazzanti, dei Bagni Marco e Virgilio e La Tartana. «Non sappiamo cosa aspettarci - dice - e intanto perdiamo il ponte di Pasqua che, secondo le previsioni, sarà anche bello. Attendiamo un segnale e spero che almeno ci diano la possibilità di pulire e sistemare per essere pronti quando potremmo ripartire».

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