Scuola, è cambiata la quarantena. I presidi: «Per noi ancora incombenze e dall’Asur referti in ritardo»

Uno studente alle prese con una lezione a distanza
Uno studente alle prese con una lezione a distanza
di Andrea Maccarone
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Martedì 9 Novembre 2021, 08:15

ANCONA - Dirigenti scolastici sotto pressione. Le nuove linee guida sulla gestione della quarantena degli studenti aggravano di ulteriori mansioni i presidi. Infatti nel caso in cui le autorità sanitarie non riuscissero ad intervenire tempestivamente, toccherà al dirigente scolastico decidere se sospendere temporaneamente le lezioni. Misura discrezionale che di fatto va a sommarsi a un’altra disposizione che rischia di rimanere in capo ai presidi: ovvero il rientro in classe dei vaccinati e non, dopo il periodo di quarantena.

Troppo spesso, infatti, i ritardi nell’invio del provvedimento di quarantena da parte delle autorità sanitarie impediscono l’applicazione del rientro differenziato tra chi possiede l’immunità vaccinale e chi no.

E sui presidi ricadono le tante richieste di chiarimenti da parte dei genitori. 


Le regole
Da ieri è entrato in vigore il nuovo regolamento per la gestione delle quarantene nelle scuole: la didattica a distanza per tutti si attiva solo a partire da 3 positivi nella stessa classe, mentre con 2 positivi i non vaccinati osserveranno la quarantena e i vaccinati o negativizzati dovranno essere monitorati col tampone.


Un solo caso di positività in classe significa tampone per tutti in T0 (tempo zero, quindi il prima possibile) e se il risultato sarà negativo allora si rimane in presenza. C’è una postilla, però, che ha provocato un certo malumore tra i dirigenti. Infatti, si legge nella normativa, “in via eccezionale ed urgente” i presidi potranno decidere si sospendere le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie “siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”. 


«E ci risiamo - sospira Alessandra Rucci, preside del liceo scientifico Galileo Galilei - la nostra categoria sta sopportando una quantità di incombenze che va oltre le nostre forze e competenze». In effetti la responsabilizzazione ulteriore dovuta al permanere dell’emergenza sanitaria rischia di caricare oltremodo le figure dei dirigenti scolastici. 


La gestione
«Non ci sembra che la nuova normativa sia andata nella direzione della semplificazione - continua Rucci - riteniamo che certe decisioni debbano essere prese unicamente dalle autorità sanitarie». Ed è per questo che i dirigenti auspicano la più solida e frequente collaborazione con gli organi competenti: «Tra le tante incombenze che abbiamo, ci mancava solo questa - ribatte Maria Costanza Petrini, dirigente dell’Istituto Comprensivo Scocchera - mi auguro si possa rafforzare la collaborazione, fino ad oggi proficua, tra noi e l’Asur». 


Ma a rendere ancor più complicata la gestione degli studenti in quarantena è proprio una disfunzione del sistema sanitario. Infatti non sono infrequenti i casi in cui i provvedimenti di quarantena arrivino praticamente ad isolamento quasi concluso. E ciò impedisce l’applicazione della quarantena ridotta per gli studenti vaccinati (7 giorni, contro i 10 per i non vaccinati).


«Ho messo in dad una classe il 30 ottobre - racconta Francesco Savore, preside dell’Istvas - la quarantena terminerebbe il 9 novembre, ma il provvedimento è arrivato il 6. A questo punto saltano le tempistiche differenziate per il rientro in presenza dei vaccinati e dei non vaccinati. I ragazzi sono disorientati e i genitori chiedono a me, ma io non sono titolato per dare un certo tipo di risposte. Soprattutto quando si tratta di organizzazione di tipo sanitaria».

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