Senigallia, scoppia il caso al ristorante Pulcinella: «Respinti e discriminati per la disabilità di mio figlio». La replica: «Ma a Natale eravamo sold out»

Senigallia, scoppia il caso al ristorante Pulcinella
Senigallia, scoppia il caso al ristorante Pulcinella
di Sabrina Marinelli
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 16:38

SENIGALLIA Non trova posto al ristorante e si sente discriminato per via del figlio disabile ma il titolare spiega il fraintendimento, confermando che era davvero al completo. Un errore di comunicazione, insomma, alla base di una vicenda che si protrae, a colpi di recensioni negative, da oltre un mese e potrebbe avere risvolti legali. Non ci sta il titolare del ristorante Pulcinella, sul lungomare Mameli a Cesano, a passare da chi non accetta disabili nella sua attività. 

Lo sfogo

«Volevo tornare in questo ristorante dove ero stato con dei colleghi e ho telefonato per prenotare il pranzo di Natale – racconta Savio Greganti -. Mi dicono che per quel giorno è previsto un menù speciale e confermo di averlo visto. Mi chiedono nome, numero di telefono, ora prevista di arrivo e numero dei partecipanti. Si segnano tutti i dati e aggiungo che con me c’è mio figlio disabile, con l’intento di chiedere un tavolo non proprio in mezzo alla confusione. Non sono riuscito a completare la richiesta perché, dopo la parola disabile, sono stato interrotto. Dopo qualche decina di secondi l’interlocutore torna e mi informa che: spiacenti siamo al completo».

Greganti è convinto che la prenotazione non sia andata a buon fine a causa della disabilità del figlio. «Niente affatto – ribatte Gilberto Sabbatini, titolare del ristorante Pulcinella –, aveva chiesto un tavolo appartato e la telefonata si era interrotta per verificare se ci fosse. Purtroppo, però, eravamo già al completo.

Sono trentadue anni che faccio questo lavoro e mai nessuno mi aveva accusato di qualcosa di tanto grave e falso. Tutti sono i benvenuti da me». Il mancato cliente, però, è convinto delle sue ragioni. «La telefonata risaliva al 25 novembre ma il 15 dicembre ho visto il post del ristorante che invitava a prenotare gli ultimi post – dice – questo mi conferma che mio figlio sia stato vittima di discriminazione». Le cose sono andate diversamente, insiste il titolare. «Il 25 novembre eravamo davvero al completo – spiega – poi è successo che a causa del Covid siano arrivate delle disdette e, siccome c’era rimasto un tavolo vuoto, il 15 dicembre abbiamo fatto il post. Se invece di diffamarci tra i commenti ci avesse chiamato lo avrebbe potuto prenotare».

Il post

L’uomo, infatti, ha scritto un commento del tipo “vergognatevi” nel post che è stato rimosso. «Ho dovuto anche bloccarlo perché mi stava danneggiando, cosa che ha continuato a fare con altre recensioni, e non c’era modo di fargli capire che i fatti non erano andati come li stava raccontando – conclude il ristoratore –, chi mi conosce sa che sono una persona sensibile mai e poi mai avrei negato un posto ad un disabile. Purtroppo, se non smetterà di tormentarmi con questa storia assurda, che va avanti da oltre un mese, mi troverò costretto a querelarlo. Mi auguro, però, che capisca di aver frainteso anche nel rispetto del figlio, che non merita di essere tirato in ballo ingiustamente».

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