Jesi, picchia la moglie davanti alla suocera: «Era geloso, ci considerava prostitute»

Jesi, picchia la moglie davanti alla suoera: «Ci considerava prostitute»
Jesi, picchia la moglie davanti alla suoera: «Ci considerava prostitute»
di Stefano Rispoli
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Venerdì 13 Ottobre 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 07:32

JESI - «Non sono mai stata d’accordo con questo matrimonio. Avevo messo in guardia mia figlia perché lui le ha usato violenza anche il giorno prima che la sposasse. E avevo ragione perché poi l’ho visto picchiarla in tre occasioni». È scoppiata in lacrime, ieri in tribunale, la madre di una trentenne romena che, dopo 10 anni di matrimonio e due figli nati dalla loro love story quando vivevano a Jesi, ha deciso di denunciare l’uomo dal quale si sta separando, suo connazionale, ora a processo per maltrattamenti in famiglia

La testimonianza

«Nel periodo in cui sono stata ospite a casa loro perché non avevo un lavoro, un giorno ho sentito delle urla dal piano superiore - ha raccontato la suocera dell’imputato, difeso dall’avvocato Angelica Popoviciu -.

Sono salita e ho trovato lui sul letto con un cuscino in mano mentre dava delle botte a mia figlia. Mi ha detto che stavano giocando, era solo uno scherzo. Ma lei piangeva e ha confessato che la stava picchiando». Le presunte violenze descritte dalla donna, tuttavia, riguardano un periodo precedente alle contestazioni, che invece si riferiscono agli anni tra il 2016 e il 2021.

«Una volta mi ha accompagnato a cercare un lavoro e quando siamo tornate, mia figlia è stata presa a schiaffi dal marito. Era infuriato. Le ha urlato: «Tu e tua madre siete andare a cercare uomini?». E ci ha dato delle prostitute». La prima denuncia è scattata soltanto nel marzo 2021 quando la suocera dell’imputato si è rivolta ai carabinieri di Jesi: era spaventata perché non riusciva a mettersi in contatto con la figlia, ora assistita dall’avvocato Elisabetta Candi. «Due giorni prima mi aveva chiamato mio genero per dirmi che la moglie era depressa, piangeva. Me la sono fatta passare al telefono, è scoppiata in lacrime dicendo che non ce la faceva più, che veniva picchiata ed era costretta a restare in casa perché lui era geloso e non la faceva uscire. Poi la telefonata è stata interrotta bruscamente».

A seguito della segnalazione, i carabinieri sono andati a casa della giovane mamma: avrebbero riscontrato lesioni da morso sulla mano. Era il 3 marzo 2021, ma la donna non si è rivolta all’ospedale. Lividi che anche un’amica, chiamata a testimoniare ieri, ha confermato di aver notato sul suo braccio: «Mi sono preoccupata quando è scoppiata a piangere e si è accasciata, mentre mi aiutava nelle pulizie di casa - ha riferito al collegio penale presieduto dal giudice Francesca Grassi -. Mi ha confidato che lui la insultava, le impediva di vestirsi come voleva, la maltrattava». L’imputato, che respinge ogni accusa, verrà ascoltato nell’udienza del prossimo 14 dicembre.

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