«Regionale con 100 minuti di ritardo e per i pendolari addio coincidenza»

«Regionale con 100 minuti di ritardo e per i pendolari addio coincidenza»
«Regionale con 100 minuti di ritardo e per i pendolari addio coincidenza»
di Eleonora Rubechi
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 05:20

FALCONARA  - Esistono pendolari di serie A e di serie B? Per Trenitalia evidentemente sì. Il discrimine? Scegliere di spostarsi con un semplice treno regionale. Chi non si affida alla ben più costosa alta velocità rischia troppe volte di rimanere a piedi, come accaduto anche a Lara Ricciatti, ex parlamentare fanese per il Partito Sinistra Ecologia e Libertà. 


 
«Una storia di ordinaria amministrazione e ordinaria vergogna per chi si affida a Trenitalia - racconta - Ieri mattina mi trovavo alla stazione di Marotta Mondolfo per prendere il regionale delle 7.17 che avrebbe dovuto portarmi a Falconara per salire sul Freccia Bianca diretto a Roma, dove mi attendeva un appuntamento di lavoro. Innanzitutto, in barba alle normative anticovid19, il binario era affollatissimo; alla stazione di Marotta stanno facendo dei lavori che rendono gli spazi di attesa assolutamente insufficienti per il distanziamento previsto dalle ordinanze. C’erano soprattutto giovanissimi che dovevano evidentemente recarsi a scuola o all’Università». 

Continua Ricciatti. «Il regionale che sarebbe dovuto passare alle 6,55 non è mai arrivato, e nemmeno ne è stata annunciata la soppressione; quello delle 7,17 anche se la app di Trenitalia segnalava appena 10 minuti di ritardo, è arrivato nientemeno che alle 8,15. Cinquattotto minuti di ritardo. I ragazzi hanno dovuto chiamare i genitori per essere riportati a casa o rinunciare alla giornata di scuola».

Giustificazione per il ritardo: il solito guasto tecnico alla linea. Situazione che può capitare, anche se nel frattempo sulla linea soggetta a guasto sono transitate due Frecce e un Italo. Il fatto grave però, è avvenuto proprio a Falconara. «Noi coraggiosi che abbiamo deciso di sfidare la sorte e proseguire per Falconara - aggiunge Ricciatti - sperando di poter salire sull’agognata Freccia Bianca che aveva anch’essa maturato un certo ritardo, siamo giunti a destinazione alle 8,40 quindi con un ritardo complessivo di circa 100 minuti: ma la Freccia era ormai partita alle 8,34. Per soli 6 minuti abbiamo perso la coincidenza. Incredula, ho presentato le mie rimostranze al controllore, ma mi è stato comunicato che le Frecce non potevano assolutamente aspettare, che avrei potuto prendere la successiva, e che comunque ero stata la sola a lamentarmi dell’accaduto». 


«Trovo questi ragionamenti incomprensibili, e mi pare chiaro che ci sia una volontà precisa di indurre i pendolari di Marotta e Fano a prendere l’alta velocità a Pesaro, ad un prezzo molto più alto e orari più scomodi - chiosa Ricciatti -. Personalmente sono anni che, da pendolare, ho scelto il treno come mezzo di trasporto, non certo per i vantaggi economici, quanto per una scelta etica votata all’ambiente: ma creare una simile sperequazione tra passeggeri penalizzando chi sceglie il regionale è indegno di un servizio che deve venire incontro alle esigenze di tutti, nessuno escluso».

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