FABRIANO - Mamma detective non cade nel tranello e riesce a sventare una truffa online che le avrebbe fatto perdere denaro e provocato rabbia e indignazione. Tutto è iniziato con un messaggio. Dall’altra parte c’è chi si finge la figlia residente all’estero e le chiede 1.500 euro. La donna, però, non ci casca ed allerta gli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza di Fabriano.
Truffa scoperta e segnalazione delle coordinate bancarie all’Interpool per risalire ai truffatori.
Il tranello
Il fatto è capitato lunedì, all’ora di pranzo. Improvvisamente la mamma fabrianese, 58 enne, ha ricevuto un messaggio da sua figlia, 31enne, residente all’estero. L’utenza non memorizzata nella rubrica. Nel messaggio le veniva spiegava che la propria borsetta, contenente anche il cellulare, le era caduto in acqua e per questo era stata costretta ad acquistare uno smartphone con una nuova sim. A causa di questo improvviso acquisto, la sedicente figlia era rimasta senza soldi e di conseguenza chiedeva alla madre di recarsi in banca per inviarle, via bonifico, 1.500 euro. Quest’ultima, visibilmente preoccupata, ha deciso di recarsi in banca per effettuare l’operazione. Prima, però, ha tentato più volte di ricontattare la figlia al cellulare, sia telefonando che inviando messaggi, ma tutti i tentativi sono andati a vuoto.
Il lampo
«Fortunatamente si è ricordata della campagna di informazioni per mettere in guardia le persone dalle truffe telefoniche. Armata di intuito, invece di entrare in banca è tornata a casa ed ha contattato la Polizia» dice il commissario Capo di Fabriano, Angelo Sebastianelli. Gli agenti sono giunti presso la sua abitazione, in città, ed hanno suggerito alla madre di provare a contattare sua figlia al vecchio numero telefonico. Dopo qualche tentativo la figlia 31enne finalmente ha risposto negando di trovarsi in stato di necessità e smentendo la versione dell’incidente oggetti di diversi messaggi poco prima. Finalmente rassicurata, la mamma fabrianese si è trasformata in poliziotta: insieme agli operatori della polizia giudiziaria del commissariato ha avviato una corrispondenza via messaggi con l’anonimo interlocutore che fingeva essere la figlia, rassicurandolo di essere stata in banca. Alla donna è stato richiesto di versare 1.500 euro su un iban che l’ignoto interlocutore aveva fornito un attimo prima. Verificato con le banche dati in uso alla Polizia di Stato, l’iban risultava localizzato in Irlanda. L’utenza e l’iban taroccati saranno segnalati ai competenti organi dell’Interpol per approfondimenti.
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