Il sindaco tranquillizza le imprese: «Pressione fiscale sotto controllo»

Il sindaco tranquillizza le imprese: «Pressione fiscale sotto controllo»
Il sindaco tranquillizza le imprese: «Pressione fiscale sotto controllo»
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Sabato 25 Gennaio 2020, 11:46

FABRIANO -  «La pressione fiscale sulle attività produttive? E’ sotto controllo». Lo dice il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. «Su 141 comuni italiani analizzati da Cna, Fabriano è al 28º posto, con il 57,4%. Nella regione Marche meglio di noi solo Jesi per uno 0,1%». Adesso è tempo di lavorare a testa bassa, bisognerà arrivare al 27 luglio (209 giorni da inizio anno) per smettere di mettere da parte soldi pagare tasse e tributi. Restano 156 giorni utili per fare reddito.

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A Bolzano, in prima posizione, sono 172. Andrea Giombi, Fabriano Progressista, propone di adottare provvedimenti, come già fatto in Emilia Romagna, per ridurre la pressione fiscale alle piccole attività commerciali: «Serve un fondo – dice - in difesa dei negozianti». Il primo cittadino prende come esempio lo studio fatto dalla Cna sulla pressione fiscale tra tasse nazionali, regionali e comunali. «Questo non significa – spiega - che la pressione fiscale non sia un ostacolo determinante per la sostenibilità economica delle attività e che non è necessario trovare soluzioni per diminuire questa pressione, ma possiamo smettere di raccontare sempre la nostra città in modo negativo, il problema è nazionale». L’opposizione critica e attende di conoscere a quanto ammonterà il ribasso della Tari, la tassa sui rifiuti, visto che il sindaco, mesi fa, aveva annunciato una diminuzione per il 2020 nel caso in cui la differenziata fosse rimasta sopra al 70%. 

Andrea Giombi propone «strumenti per agevolare le attività commerciali, cercando di limitare maggiormente l’imposizione fiscale di competenza comunale». Il consigliere di opposizione prende come esempio il Comune di Santarcangelo di Romagna, che ha stanziato un fondo agevolazioni sulla tassa Rifiuti a utenze non domestiche. Olindo Stroppa, Forza Italia evidenzia come la pressione fiscale, che rischia di trasformare i negozianti in bancomat, «sommata alla grave situazione della perdita di servizi come il tribunale e il depotenziamento dell’ospedale, comporta una perdita di occupazione in una situazione già precaria».

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