ANCONA - Dieci anni di contenziosi e, alla fine, una delle partite decisive è stata vinta dal Comune di Ancona. Che ha potuto tirare un sospiro di sollievo: niente maxi risarcimento. Il Tar ha pubblicato lo scorso giovedì la sentenza con cui respinge il ricorso presentato dall’imprenditore Roberto Busco, ex patron del centro Extasy, nei confronti dell’amministrazione dorica a cui chiedeva 10 milioni e 646mila euro.
I danni
Una cifra derivata dai presunti danni patrimoniali e non causati dall’ordinanza che, di fatto, il 12 luglio del 2012 aveva fatto calare il sipario sul mega complesso della Baraccola, composto da centro fitness, piscine e varie attività commerciali. Il provvedimento nasceva da una contestazione: il Comune imputava a Busco la gestione illecita di quello considerato come un centro commerciale. Alla prima ordinanza, ne aveva fatto seguito un’altra, firmata il 18 ottobre 2012 e che prevedeva la sospensione per 120 giorni delle attività all’interno del complesso. La mancata esecuzione aveva portato al sequestro del capannone. Tutte e due le ordinanze, impugnate da Busco, sono poi state annullate in via definitiva, dopo una serie infinita di ping pong giudiziari arrivati fino al Consiglio di Stato. Ma il centro della Baraccola non ha mai riaperto. E Busco ha chiesto la conta dei danni al Comune.
Il Tar, per decidere in merito alla richiesta risarcitoria, ha fatto solo riferimento alla prima ordinanza, quella del luglio di dieci anni fa.
L’altro filone
Ma a guerra giudiziaria non è finita. In piedi, infatti, c’è un’altra richiesta risarcitoria che fa capo all’ordinanza emessa dopo il luglio 2012. La querelle Busco-amministrazione era finita anche in Consiglio Comunale grazie a un’interrogazione presentata da Stefano Tombolini (60100) che chiedeva delucidazioni sulle richieste risarcitorie avanzate dall’imprenditore. Non è detto che quest’ultimo non possa ricorrere al Consiglio di Stato contro la recente sentenza emessa dal Tar. Il centro di via Scataglini dopo la chiusura è diventato un covo di sbandati e clochard. Degrado e incuria si sono impossessati del capannone grande circa 15mila metri quadrati.