Chiaravalle, colpo nella villa
dell'avvocato Duca: condannati in due

La refurtiva recuperata nella villa dell'avv. Duca
La refurtiva recuperata nella villa dell'avv. Duca
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Giovedì 4 Giugno 2015, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 21:20
CHIARAVALLE - Due membri di una banda composta da almeno 4 individui albanesi, arrestata pochi giorni dopo il furto commesso il 9 febbraio nella villa dell’avvocatessa di Chiaravalle, Paola Duca, sono stati condannati dal Gup di Fermo. Si tratta di Juli Markja e Arjan Sula. Gli avvocati della difesa, Mauro Diamantini e Maurizio Cacace, hanno fatto richiesta di rito abbreviato, accolta dal giudice, che ha condannato entrambi gli imputati 2 anni e 1.000 euro di multa per i reati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Durante le requisitoria il Pm Monti aveva invece chiesto per tutti e due una pena più dura, 3 anni e 5 mesi. Non gli venivano contestati né il furto né la rapina, né il sequestro di persona: è vero che abbandonarono nell’auto della fuga parte dell’argenteria rubata a Chiaravalle e gettarono via una pistola rubata all’avvocato Duca, ma la Procura non ha trovato le prove per sostenere in giudizio che i due avessero partecipato materialmente al furto. Gli albanesi erano stati fermati dopo un concitato inseguimento da parte dei militari dell'Arma, perché non si erano fermati a un posto di blocco. I carabinieri della compagnia di Fermo, dopo aver appreso la notizia del furto nell'abitazione dell'avvocatessa di Chiaravalle, all'uscita del casello autostradale di Porto Sant'Elpidio avevano notato una Lancia Lybra. La vettura però era fuggita verso la zona industriale e dopo un breve inseguimento gli occupanti erano scesi dal veicolo e si erano dati alla fuga a piedi riuscendo a far perdere le loro tracce nelle campagne circostanti. Nella vettura abbandonata veniva ritrovata una parte dei beni sottratti durante il furto commesso ai danni di Paola Duca, vari pezzi di argenteria, numerosi gioielli in oro, 3 borse da donna di marca, una pistola a tamburo Smith & Wesson con 5 cartucce in canna e 1.200 euro in contanti. Markja e Sula erano stati rintracciati e arrestati pochi giorni dopo in un casolare di Lido di Fermo a un terzo soggetto, anche lui nel mirino dei carabinieri del Norm di Padova per reati commessi contro il patrimonio. La Procura veneta li stava infatti cercando ritenendoli autori di altre rapine in varie regioni d'Italia. Nel corso delle indagini, i carabinieri avevano individuato anche un orefice che riciclava l'oro rubato dai rapinatori.

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