ANCONA - La stagione balneare entra nel vivo, ma in molti stabilimenti della riviera campeggia ancora il cartello “cercasi personale”. All’appello mancano baristi, camerieri e figure di cucina. A detta degli stessi operatori una situazione così non si era mai vista prima. Le cause? Tante. Difficile individuarne una. Di certo, sempre secondo i titolari delle strutture, non dipende dagli stipendi. Quelli sono conformi ai parametri del contratto nazionale del lavoro. Fatto sta che su tutto il litorale il refrain è ovunque lo stesso: manca il personale stagionale.
«Per completare lo staff ci mancano quattro camerieri, una barista e anche un aiuto in cucina» afferma Samuele Bandiera, gestore del ristorante dello stabilimento balneare Da Eugenio a Numana. «Non posso tenere aperto il bar per questo problema - spiega il ristoratore - siamo costretti a fare molti meno coperti e cerchiamo di andare avanti con quello che abbiamo».
Va peggio al bar Il Chioschetto, sempre sul lungomare di Numana, costretto a chiudere alle 21 per mancanza di baristi. La titolare Michela Totaro è stata costretta ad annunciare lo stop al servizio serale tramite un post sulla pagina Facebook dell’attività. «Cerco una persona che mi sostituisca la sera, perché ho appena partorito - dice Michela - ma tra chi non vuole fare il turno serale e chi non è disponibile a lavorare nei weekend, mi sono trovata scoperta. E allora non resta che abbassare la serranda alle 21, subito dopo gli aperitivi. Mentre gli altri anni andavamo avanti fino alle 2». E spostandosi più a nord la storia non cambia: «Cerco un aiuto barista - dice Filippo Borioni dei Bagni 77 a Senigallia - ma sembra impossibile trovarlo». Spesso gli operatori si sentono rimproverare sulla questione dei salari troppo bassi. «Ci dicono che non paghiamo abbastanza - replica Samuele Bandiera - sono pronto a smentire. Il mio annuncio dice: cerco un barista dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 15,30, sabato e domenica a casa, 1.400 euro al mese. Non s’è visto assolutamente nessuno».
Al Chioschetto di Numana la titolare offre 1.200 euro al mese più la liquidazione a fine stagione e straordinari retribuiti. Sette ore al giorno e ovviamente il giorno libero. «Mi contattano solo persone che vogliono lavorare in nero perché percepiscono il reddito di cittadinanza o la disoccupazione - spiega Michela Totaro - ma io i dipendenti li metto in regola».
Dunque qualcosa è cambiato nel mercato del lavoro. Un meccanismo che s’è inceppato da qualche parte, ma che nessuno ha capito bene dove. «Il lavoro al pubblico è diverso rispetto a molti anni fa - spiega Filippo Borioni - servono competenze più specifiche che non tutti hanno». Quindi un problema sembra essere quello della formazione. «Ma c’è dell’altro - aggiunge il titolare dei Bagni 77 - manca anche la volontà di lavorare. Sono tanti gli aspetti da risolvere».