Covid nelle Marche, quattro bambini ancora in rianimazione all'ospedale Salesi. In quello di Torrette muore un 70enne

Quattro piccoli in rianimazione all'ospedale Salesi. In quello di Torrette muore un 70enne
Quattro piccoli in rianimazione all'ospedale Salesi. In quello di Torrette muore un 70enne
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 09:42

ANCONA  - Un esserino che non ha mai visto il cielo. Nata prematura lo scorso primo settembre, la piccina non ha mai lasciato il reparto di Neonatologia del Salesi e da lunedì è positiva. Ora la sua battaglia per vivere è legata agli “occhialini ad alto flusso” che le garantiscono il passaggio d’ossigeno. Al suo fianco, sempre in regime di cura intensiva, c’è un’altra bimba, nata il 26 gennaio all’ospedale di Urbino: asintomatica, per lei non è mai stata necessaria la ventilazione assistita. E non finisce qui. 

In rianimazione pediatrica è ancora ricoverato il maschietto di sette anni, arrivato da Jesi con una complicanza multi-organo da Coronavirus e seri problemi cardiaci. Si difende, accanto lui, un neonato, di sette giorni appena, trasferito martedì da Pesaro con una insufficienza respiratoria generata dal Covid.

Nelle aree convertire al contenimento del virus, ieri al materno-infantile i ricoveri sono tornati a salire: erano 14 in tutto, tre in più in ventiquattrore. A Torrette, al contrario, la tensione s’allenta, di pochissimo: nelle corsie dedicate i contagiati erano 60, mettendo a segno da un giorno all’altro un -5. Una decrescita che tuttavia è segnata dalla morte di un altro uomo: 70 anni di Ancona, affetto da altre patologie, s’è dovuto arrendere ai rigurgiti della pandemia. 

Dopo gli infermieri, è la volta dei medici.

L’attacco è diretto: mancato avvio del dialogo per siglare i contratti integrativi agli Ospedali Riuniti. Procedono a voce unica Fp Cgil, Cisl Medici, Fpl Uil, Fassid, Fesmed, Anpo, Fvm e Cimo. «È da più di un anno che chiediamo un confronto». Niente di fatto. «Un atteggiamento - alzano il tiro - ancor più grave se si pensa che altre aziende del servizio sanitario regionale hanno già firmato quegli accordi». Come non tener conto, poi, «dell’enorme lavoro che in questi mesi di pandemia è stato affidato ai professionisti»? Non ci stanno, medici, dirigenti amministrativi e tecnici. No. «Non è accettabile - scrivono - la scusa per cui sarebbe necessaria l’assunzione di un altro dirigente amministrativo per adempiere a questa e ad altre incombenze sulla gestione del personale».

Ricordano, per smontare il teorema, che «nell’estate del 2020, in piena emergenza, è stata adottata una cervellotica riorganizzazione in base alla quale laddove c’era una struttura complessa per gli acquisti ne sono state create due e la stessa cosa è avvenuta per gli affari generali e legali». Ancora un dettaglio: «Di recentemente è stato assunto un dirigente per le relazioni col pubblico». Basta, davvero: «Utilizzate al meglio le risorse umane già disponibili». Segue la formula di rito: «Si riservano tutte le azioni ritenute necessarie per tutelare i propri diritti». Restano fuori dal coro le sigle Anaao, medici e dirigenti, e Aaroi, anestesisti e rianimatori, che valgono quasi la metà delle deleghe. 


La controffensiva scatta a poche ore dall’assalto. «Guai a dire mancanza di attenzione nella gestione dei rapporti». La prova la fornisce Michele Caporossi: «Nel 2021 si sono tenuti 14 incontri fra azienda e organizzazioni sindacali dell’area sanità e della dirigenza ai quali va sommata, l’attività di partecipazione per instaurare forme di dialogo costruttivo tra le parti». Il direttore generale non rinuncia all’effetto moltiplicatore: «A questi confronti se ne debbono aggiungere almeno altrettanti nell’area del comparto, ovvero gli infermieri, e in sede regionale». Rispedisce al mittente l’affermazione secondo la quale «la direzione si sta rifiutando di stipulare i contratti integrativi».

Scatta un’altra dimostrazione sul campo: «Le contrattazioni spesso sono state oggetto di accordi separati». Procede di scorporo, il direttore: «Sempre nel 2021 sono stati sottoscritti patti in materia di retribuzione di risultato e sul nuovo protocollo d’intesa per il diritto di sciopero». Segue una postilla, che non è una difesa ma è la battaglia al Covid: «Nello stesso anno sono state espletate 101 procedure di reclutamento di personale fra avvisi, concorsi, mobilità e utilizzo di altre graduatorie di cui 14 per il personale del comparto e 87 per quello della dirigenza. In sintesi: 911 assunzioni a fronte di 879 cessazioni». Le cifre dello scontro.

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