A rischio i live alla Mole, esplode l’ira degli operatori: «Ma così salta tutto»

Mole, a rischio i live. Esplode l’ira degli operatori: «Ma così salta tutto»
Mole, a rischio i live. Esplode l’ira degli operatori: «Ma così salta tutto»
di Andrea Maccarone
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Domenica 26 Novembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:07

ANCONA «When the music’s over, turn off the lights» cantavano i Doors. E le luci potrebbero veramente spegnersi sul palco della corte interna della Mole Vanvitelliana. L’indicazione dell’assessora alla Cultura, Anna Maria Bertini, di circoscrivere il pentagono sulla Banchina Da Chio alle sole attività espositive, fatta eccezione per rassegne come Popsophia, che comunque nulla hanno a che vedere con i grandi concerti live che da oltre 30 anni hanno caratterizzato le estati al Lazzaretto, hanno messo in forte agitazione gli operatori del settore.

 
Le criticità 


Se dovesse mancare l’allestimento permanente all’interno della corte, tutti i festival di musica dal vivo potrebbero essere a rischio.

Perché emigrare nelle piazze o in altri contesti dove gli allestimenti sono temporanei significa far lievitare i costi di produzione in capo ai promoter. «Sì, davvero rischia di saltare tutto - ammette Michele Cantarini, presidente dell’Arci Ancona e organizzatore insieme al direttore artistico Paolo Bragaglia, del festival di musica elettronica Acusmatiq - serve un’alternativa di pari livello, con un allestimento permanente».

«Appena appresa la notizia sono rimasto allibito, poi perplesso» commenta Giovanni Seneca, direttore artistico di Adriatico Mediterraneo: festival che con la Mole ha sempre vissuto un rapporto simbiotico e dove ha dislocato tanti di quei concerti di livello internazionale che, a ricordarli tutti, possiamo andare avanti fino a domani. «A questo punto credo che sia il caso di organizzare un incontro con tutti gli operatori per capire bene quale sia la strada da intraprendere da qui in avanti» sottolinea Seneca.


Una pagina di storia 


C’è poi chi alla Mole Vanvitelliana ha segnato vere e proprie pagine di storia, come il festival Ancona Jazz che ha appena compiuto addirittura 50 anni. «Se ci tolgono la Mole dove andiamo? È un problema - afferma il direttore artistico Giancarlo Di Napoli -. I nostri artisti hanno bisogno di palchi e strutture di un certo tipo». Non solo, Ancona Jazz poggia la sua programmazione su finanziamenti ministeriali del Fus (Fondo unico per lo spettacolo). «Entro il 31 gennaio dobbiamo inviare al Ministero della Cultura il programma del festival 2024 con tanto di location dove si svolgerà. Se fosse vero che la Mole non potrebbe più essere utilizzabile saremmo in grossi guai».


Un palco internazionale 


Jazz, pop, elettronica, avanguardia. La Mole ne ha viste e sentite di tutti i tipi. Anche artisti di livello mondiale in ambito rock: Billy Corgan degli Smashing Pumkins, Johnny Marr (ex Smiths), The Lumineers e tanti altri. Tutti passati di lì grazie al festival Spilla di Eric Bagnarelli. «Non c’è dubbio che la Mole è la location perfetta per la logistica e la conformazione del posto - spiega Bagnarelli -. Per carità, si può andare ovunque. Ma servono certezze su tutto ciò che serve, a partire dai piani sicurezza. Senza contare che oggi, con le nuove regole, i costi sono schizzati». La Bertini, intanto, ha effettuato il passaggio di consegne con il collega Angelo Eliantonio (Grandi eventi). Toccherà a lui, ora, sbrogliare questa matassa.

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