ANCONA - Era un ragazzo buono, Nicolò. Un’anima pulita. Un giovane promettente che si era affacciato da poco ad un lavoro che amava. Curare le persone era la sua missione. Metteva dedizione e dolcezza al servizio dei più fragili, soprattutto gli anziani: ogni paziente per lui era speciale e meritava le stesse carezze e attenzioni che i nipoti riservano ai nonni.
«Non era un infermiere, era un angelo», ricordano i colleghi che gli volevano bene, dilaniati dal dolore e increduli di fronte alla scomparsa di un ragazzo d’oro, un professionista talentuoso.
Aveva solo 28 anni Nicolò Mazzola e un sorriso sempre stampato sulla bocca che nemmeno un destino maledetto ha potuto cancellare.
Aveva lasciato la sua Puglia, anni fa, per diventare infermiere. Uscito dall’università di Torrette, per un periodo aveva lavorato al “Benincasa”, la residenza per anziani di via Podesti. Viveva a Jesi, dove tra il 2020 e il 2021 aveva lavorato con un contratto Covid nella Pneumologia dell’ospedale “Carlo Urbani”, diretta dal dottor Paolo Spinaci, per poi essere assunto nella Geriatria dell’Inrca, guidata dal professor Antonio Cherubini. Il dolore spezza le parole dei colleghi. «Era un ragazzo dolcissimo, scherzoso, intelligente, sempre disponibile e attento con i pazienti: sapere che non è più con noi fa tanto male». I funerali di Nicolò si terranno oggi pomeriggio nella sua Molfetta.
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