ANCONA - Come un antidoto, come una linfa. Un sipario che si alza di nuovo sulla vita ritrovata. Il Teatro delle Muse a guardarlo dalla prospettiva di una mattinata di fine settembre, calda ma con le nuvole che tiranneggiano, è una cartina di tornasole della volontà di ricominciare. Dalla cultura.
E c’è chi ha fretta di farlo: le 6 e 30 in punto segnano il via ufficiale della campagna abbonamenti della stagione di Ancona. Tre ore prima dell’apertura del botteghino la fila già prende forma. Si allunga, s’allarga. In via della Loggia, resa ancor più angusta dalle griglie dei lavori in corso, sfilano oltre 200 persone in un giorno. Poco importa se c’è tempo fino al 25 settembre per gli affezionati delle precedenti stagioni. L’impazienza regna sovrana tra chi vuole assicurarsi tutti i 16 titoli in programma, con la possibilità di acquistare in prelazione il 17esimo fuori abbonamento. Teatro, danza ed eventi internazionali, la scaletta non pone limiti, neppure la scena.
Sul palcoscenico scoperto dal velario di Trubbiani sfileranno Claudio Bisio, Elio, Rocco Papaleo, Michele Placido, Arturo Cirillo, Carlo Cecchi, Filippo Dini. Dalla Casa di Bambola di Ibsen a La concessione del telefono di Camilleri nella penombra delle Muse, che spettacolo. In fila l’entusiasmo corre, ma sfugge pure qualche sbuffo d’intolleranza. «Sono arrivata stamattina presto. Sono amareggiata. Non capisco perché il rinnovo non possa avvenire online». No. Da quel tempio della parola e del gesto si leva un moto di stizza. Della serie: guai a sparare sul teatro ritrovato. Una rabbia che tuttavia cede subito il passo alla logica che sottende la scelta. Gli abbonamenti completi a 16 titoli non sono venduti in rete dovendo ogni spettatore recuperare anche i voucher delle rappresentazioni saltate - per il predominio della pandemia - nelle scorse stagioni. Una strada obbligata anche per motivi tecnici: gli appuntamenti di prosa sono organizzati in cinque turni - giovedì, venerdì, sabato pomeriggio e sera, domenica pomeriggio - quelli di danza e gli eventi internazionali in due, prima e seconda serata. Un’offerta non uniforme che impone la scelta in presenza.
Il sipario si alza di nuovo, ma le norme per il contenimento del Covid restano.