Simonella: «Così è dura». L'ex sindaco di Ancona Mancinelli ammette: «Colpe io? Sì, più di una»

Simonella: «Così è dura». L'ex sindaco di Ancona Mancinelli ammette: «Colpe io? Sì, più di una»
Simonella: «Così è dura». L'ex sindaco di Ancona Mancinelli ammette: «Colpe io? Sì, più di una»
di Andrea Maccarone
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Martedì 30 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 20:21

ANCONA- Ore 16,03: a un’ora dall’inizio dello spoglio la situazione era già compromessa. Daniele Silvetti allungava di misura la distanza su Ida Simonella. I volti cupi nella sede allestita allo Spazio Presente, all’interno del Museo della Città, parlavano più di mille parole. C’era un terzo della giunta Mancinelli: Paolo Marasca, Andrea Guidotti e Emma Capogrossi. Poi è arrivata anche Valeria Mancinelli. Nel frattempo Ancona aveva decretato: 1.425 in più per Silvetti. Un referendum sulla Mancinelli? «Non credo che questo sia un marchio su Valeria - ribatte subito Simonella -. Anzi, sono convinta che il tempo sarà galantuomo, e verrà ricordata come un grande sindaco». Fatto sta che oggi, però, la città ha scelto di voltare pagina. 


L’avanzata della destra 

Se la candidata sconfitta rifiuta di interpretare il voto degli elettori come una sentenza sulla figura della Mancinelli, non può non ammettere, però, che qualcuno possa additarla come colei che ha consegnato la città alla destra. «Mi dispiace, devo dire che mi dispiace» afferma con un tono di voce che lascia trasparire la profonda delusione. «Ma non userei la parola consegnare - precisa subito dopo -.

Mi dispiace di non essere riuscita a frenare l’avanzata della destra». Una lenta cavalcata che è partita da lontano, e che è montata come un’onda a cui il centrosinistra non è riuscito a porre un argine. L’impatto è stato devastante e ha spazzato via una classe dirigente che ha amministrato Ancona per 30 anni. «È stata una battaglia molto combattuta - dice Simonella -, lo sapevamo che non sarebbe stato facile. Non siamo riusciti a recuperare abbastanza». A Silvetti riconosce l’onore della vittoria: «Gli ho mandato un messaggio, a lui il migliore in bocca al lupo che possa guidare al meglio Ancona» ha detto la sfidante, e con una raccomandazione: «Che si prenda cura degli 80 milioni di euro che gli abbiamo lasciato per il Pnrr, e di non disperdere tutto il lavoro fatto». 

Le responsabilità 

Simonella prende atto poco a poco di quanto accaduto. Ma per l’analisi della sconfitta, e quindi delle responsabilità, rimanda ai prossimi giorni. «Per capire bene cosa non abbia funzionato mi confronterò con la coalizione - spiega -. Di sicuro non ho niente da rimproverami, abbiamo messo il massimo impegno per questa sfida che è apparsa subito difficilissima. Oggi non voglio rimproverare nulla né a me, né a tutta questa squadra fantastica»

. Ma la Mancinelli, invece, fa mea culpa: «Di sicuro avrò qualche responsabilità» ammette. Una in particolare? «Non mi viene in mente, ma di certo ne ho diverse». Poi guarda subito al di fuori dei propri confini, in direzione filiera istituzionale: «Poter contare sull’appoggio del governo nazionale e regionale avrà suscitato reazioni favorevoli tra gli elettori» continua l’ex sindaca, che poi torna a disegnare lo scenario a centrosinistra «dove il campo delle forze è frastagliato e vago. Non dà grosse sicurezze». Simonella aveva definito la filiera istituzionale un ricatto: «Trovo poco istituzionale dire che la città avrà giovamenti se si allinea ai governi di centrodestra». Però sembra che gli elettori l’abbiano trovato convincente.

Le aperture 

Forse uno dei limiti che non ha consentito la rimonta, e la vittoria del centrosinistra, potrebbe essere stata la mancata apertura sinistra su temi come l’Area marina protetta e il banchinamento delle grandi navi al Molo Clementino. «Se avessi ceduto integralmente su quei punti avrei perso parti della maggioranza - risponde Simonella -. È una coperta che si muove. Ho fatto, invece, un’apertura generale sui temi e sono ancora convinta che fosse un terreno comune almeno al 90% su cui avremmo potuto ragionare con le altre forze politiche fuori dalla coalizione». Sarà pure stata una mezza apertura, ma evidentemente non è bastata.

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