Social e videogames mentre il prof spiega, le scuole dicono basta: «Ritirate i cellulari»

Social e videogames mentre il prof spiega, le scuole dicono basta: «Ritirate i cellulari»
Social e videogames mentre il prof spiega, le scuole dicono basta: «Ritirate i cellulari»
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Sabato 1 Aprile 2023, 02:00

ANCONA  - L’ultimo caso, allo scientifico Savoia: nel consiglio di classe gli insegnanti hanno manifestato ai rappresentanti dei genitori di una terza liceo l’intenzione di mettere al bando i cellulari. «Sono diventati un problema, per cui verranno ritirati», hanno annunciato. A mali estremi, estremi rimedi. Che in altre scuole sono già stati adottati. All’Istvas, ad esempio, dove addirittura è stata bannata una chat di classe in cui s’erano insediati i cyberbulli, pronti a offendere ed emarginare un loro compagno di classe.

All’artistico Mannucci, invece, gli stessi studenti sono stati incaricati di realizzare dei box di legno da distribuire nelle varie aule per riporre gli inseparabili smartphone durante le lezioni. 

La direttiva

Effetti della circolare del ministro Valditara che a dicembre ha dichiarato guerra ai telefonini, vietandone l’uso in classe - se non per scopi didattici - e ha invitato i dirigenti scolastici a promuovere iniziative per contrastarne l’utilizzo improprio. «In esecuzione a questa circolare - spiega Alessandra Bertini, preside del Savoia Benincasa - abbiamo emanato una nota informativa a studenti, docenti e famiglie facendo riferimento anche al nostro regolamento d’istituto che in un articolo consente l’uso del cellulare solo in relazione ad attività didattiche e formative programmate, su richiesta degli insegnanti.

Da me non è stata data nessuna disposizione di ritiro, ma è chiaro che il docente, nell’esercizio delle proprie funzioni, sa come declinare i contenuti delle disposizioni». Altre scuole hanno già cominciato a ritirare gli smartphone al suono della campanella. 

L’iniziativa

Al liceo artistico Mannucci sono andati oltre. «Ai nostri ragazzi dell’indirizzo di Architettura e Ambiente abbiamo chiesto di progettare e costruire delle scatole di legno, in collaborazione con i docenti e il tecnico di laboratorio, come strumento in cui alloggiare i telefonini durante le lezioni - spiega il preside Luca Serafini -. I contenitori sono quasi pronti, la sperimentazione partirà a breve: speriamo sia proficua. È un incentivo per invitare gli studenti a prestare più attenzione alle lezioni. Il cellulare è una distrazione, c’è chi lo usa per giocare ai videogames, chi per consultare i social. Sta crollando la capacità di concentrazione e questo si riflette sul rendimento scolastico». Ma c’è di peggio perché la tecnologia a volte può servire assist diabolici ai bulli, com’è capitato all’istituto superiore Vanvitelli-Stracca-Angelini: una chat di classe si era trasformata in un incubo per un adolescente, preso di mira dai compagni. «Lo emarginavano, lo insultavano e grazie alla segnalazione di un genitore siamo intervenuti per bloccare la chat - racconta il preside Francesco Savore -. Ci sono ragazzi non riescono a staccarsi dal cellulare: non lo usano tanto per copiare, quanto per giocarci. Per questo in alcune aule si è provveduto al ritiro dei telefonini, ma sempre su decisione collegiale del consiglio di classe. Infatti, in altre parti d’Italia alcuni genitori hanno fatto ricorso contro simili provvedimenti da parte del singolo insegnante». 

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