Schivate due sentenze-siluro: Il Comune di Ancona risparmia 17 milioni

Schivate due sentenze-siluro: Il Comune di Ancona risparmia 17 milioni
Schivate due sentenze-siluro: Il Comune di Ancona risparmia 17 milioni
di Lorenzo Sconocchini
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Novembre 2022, 03:15

ANCONA Provate a immaginare un bilancio comunale da 123 milioni di spese correnti e 50 di investimenti per il 2022, che ha appena cercato di ammortizzare l’aumento delle bollette energetiche, salite in un anno da 4 a 8 milioni, e sta tamponando l’emergenza terremoto, che tiene in sospeso il destino di tre scuole, a rischio demolizione, e quelli di 480 alunni sfrattati. E a quel bilancio già rammendato con correttivi e manovre d’emergenza, provate a togliere di colpo 17 milioni, per saldare controparti in vertenze legali. È quanto a rischiato di dover fare il Comune di Ancona, che in tre mesi ha schivato due sentenze-siluro che l’avrebbero portato nella scomoda condizione di dover procedere a dolorosi tagli nei servizi ai cittadini.

Da Banca Marche

L’ultimo verdetto, di lunedì scorso, riguarda una vicenda che si trascina da 24 anni, il debito residuo da oltre tre milioni di euro lasciato fondazione dalla “Le città del teatro” di cui il Comune, come ente promotore per la gestione del Teatro Stabile, si era fatto garante con una fideiussione per i mutui contratti con Banca Marche.

La Purple Spv, una Srl cessionaria dei crediti originari della banca fallita, dopo aver rifiutato nel 2019 due proposte di transazione di Palazzo del Popolo, fino a 300mila euro, aveva avviato un’ingiunzione di pagamento di 3 milioni più interessi e spese legali sia nei confronti del debitore principale (la fondazione poi confluita nel 2014 in Marche Teatro) che del fideiussore, incardinando una causa al tribunale civile.

La decisione

L’altro ieri il giudice Sergio Casarella, accogliendo le tesi dell’avvocato del Comune Massimo Demetrio Sgrignuoli, ha dichiarato nulla la fideiussione e per ora - in attesa dell’eventuale appello - l’amministrazione civica dorica, che aveva ereditato la grana da passate giunte comunali, non dovrà versare nulla.

Un sospiro di sollievo ancora più profondo, a Palazzo del Popolo, l’avevano tirato poco prima di Ferragosto, quando il Tar Marche aveva respinto il ricorso presentato dall’imprenditore Roberto Busco, ex patron del centro Extasy, che reclamava dall’amministrazione dorica un risarcimento di 10 milioni e 646mila euro, per presunti danni causati dall’ordinanza che, il 12 luglio del 2012, aveva disposto la chiusura per presunte irregolarità varie del centro Extasy della Baraccola, composto da centro fitness, piscine e varie attività commerciali. Anche allora il Comune, sempre con l’avvocato Sgrignuoli, l’aveva scampata bella, benché il Tar Marche nel 2014 avesse dichiarato illegittima l’ordinanza di chiusura del Centro Extasy. Con una serie di eccezioni difensive, quali la mancata impugnativa delle ordinanze di chiusura dei singoli negozi e la mancata formulazione tempestiva di istanze cautelari, ritenuta dalla giurisprudenza amministrativa elemento di concorso di colpa, Palazzo del Popolo era riuscito a far respingere il ricorso di Busco. Per evitare i danni causati dall’ordinanza, l’imprenditore, secondo il Tar, «avrebbe potuto presentare la domanda di annullamento con maggiore tempestività». Si vedrà al Consiglio di Stato, ma intanto le casse del Comune respirano.

Idem per la causa sui debiti della fondazione “Le città del teatro”, di cui nel 1998 il Comune era stato tra i fondatori per la gestione del Teatro Stabile. La fondazione tra il 2000 e il 2006 aveva acceso due mutui con Banca Marche, il primo da 1,8 milioni e l’altro da 2.250.000 euro. Il Comune, che deteneva il 60,33% delle quote della fondazione, si era fatto garante con le fideiussioni. Nel tempo “Le città del teatro”, in difficoltà finanziaria, non ha più pagato le rate dei mutui e il Comune si è trovato esposto al rischio di pagare come garante per un debito residuo di quasi 3 milioni. La Bdm non aveva mai agito per il recupero delle somme, poi il credito è stato ceduto alla società di recupero Purple, che ha iniziato a battere cassa.

Il verdetto

La sentenza del Tribunale civile di Ancona sbarra per ora la strada alle pretese risarcitorie nei confronti del Comune, dichiarando nulla la fideiussione rilasciata all’epoca da Palazzo del popolo. Il tribunale sancisce che il Comune non aveva facoltà di rilasciare quelle garanzie a favore di un ente, la fondazione “Le città del teatro”, che non rientra tra quelli indicati dal Testo unico sugli enti locali come possibili beneficiari di fideiussioni da parte dei Comuni per l’assegnazione di mutui. Inoltre la normativa, argomenta il giudice, limita questa possibilità solo ai mutui destinati a investimenti, mentre all’epoca la fondazione ricorse al credito per la gestione corrente. Così, il tribunale ha dichiarato nulla la fideiussione del Comune e di conseguenza il decreto ingiuntivo. Tra questa causa e la vertenza Busco, sommando alle richieste delle controparti gli interessi e le spese legali, il Comune risparmia per ora 17 milioni, un terzo degli investimenti previsti nel piano opere pubbliche 2022.

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