Porta lo smartphone a riparare: il tecnico scopre i video hot, la ricatta e la costringe a fare sesso

Porta lo smartphone a riparare: il tecnico scopre i video hot, la ricatta e la costringe a fare sesso
Porta lo smartphone a riparare: il tecnico scopre i video hot, la ricatta e la costringe a fare sesso
di Federica Serfilippi
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Martedì 10 Maggio 2022, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA - Un incubo durato quasi due anni. Un lasso di tempo in cui una ragazza bengalese poco più che ventenne avrebbe subito abusi sessuali sotto la costante di minaccia del revenge porn. «O fai sesso con me, oppure diffondo i tuoi video hot in rete» le sarebbe stato detto da un suo connazionale, 19enne titolare di negozio di riparazione cellulari situato al Piano.

Al ricatto sessuale hanno messo fine i carabinieri della stazione di Ancona Principale, portando a Montacuto il 19enne e suo fratello (di sei anni più grande), anche lui titolare di un negozio che vende e ripara smartphone, in zona stazione. 

Le accuse

A vario titolo devono rispondere di violenza sessuale, detenzione di materiale pedopornografico, diffusione di immagini e filmati a contenuto sessualmente esplicito e violenza privata. La maggior parte dei reati è stata contestata al 19enne: il fratello maggiore sarebbe entrato nella torbida vicenda in un secondo momento. L’attività investigativa condotta dagli uomini diretti dal comandante Antonio Saracino è nata dopo la denuncia sporta dalla vittima lo scorso marzo.
Davanti ai militari ha fatto emergere una storia di abusi e ricatti, iniziata con l’ingresso della ragazza nel negozio del Piano gestito dal 19enne: nell’estate del 2020 la vittima gli aveva lasciato il suo cellulare, probabilmente per farlo riparare. In quel contesto, l’arrestato più giovane, smanettando nel cellulare, sarebbe riuscito a venire in possesso di un filmato osé contenuto all’interno del dispositivo e che riprendeva la ragazza in atteggiamenti intimi con il suo fidanzato. Stando alle accuse, il 19enne - che si arrangiava anche come tecnico riparatore - avrebbe così iniziato a minacciare la cliente di diffondere il video se non avesse consumato dei rapporti anche con lui. 
Incontri in hotel
La ragazza, spaventata, avrebbe ceduto al ricatto, incontrando il 19enne in negozio, nella sua abitazione o in alcuni hotel del capoluogo per fare sesso con lui. Esercitando pressioni psicologiche sulla vittima, l’arrestato avrebbe anche provveduto a realizzare altri filmati della ragazza, ripresa in atteggiamenti intimi. Alcuni, stando ai carabinieri, sono stati prodotti nel corso di videochiamate in cui la vittima sarebbe stata indotta a denudarsi e praticare atti sessuali. Stanca di subire continui ricatti, la ragazza ha cercato di opporsi, svincolandosi dalla situazione di costrizione. A quel punto, il 19enne avrebbe diffuso i video hot ad alcuni suoi conoscenti, mostrando i file anche ai genitori della vittima: «Dopo queste immagini nessuno sposerà più vostra figlia» sarebbe stato il tenore delle parole dette dall’arrestato. 
Con la denuncia sporta ai carabinieri e il successivo sequestro dei cellulari del 19enne bengalese, nella vicenda sarebbe entrato anche il 25enne.

I due fratelli avrebbero iniziato a minacciare di morte la vittima, intimandole di ritirare la denuncia. Si sarebbero anche presentati (è qui che c’è l’ipotesi di violenza privata) nell’attività commerciale dei genitori della ragazza, arrivando a minacciarli e intimidirli. È stata la misura cautelare del gip a porre fine all’incubo della vittima e della sua famiglia, facendo finire i due fratelli in carcere. Per quanto riguarda l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, è relativa alle immagini scabrose trovate all’interno del cellulare del 19enne. Il lavoro dei carabinieri non è finito: è possibile che nel ricatto a luci rosse siano finite altre vittime. 

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