Caccia al commando degli uomini-ombra, fuga con un bottino hi-tech di 150mila euro. A che punto sono le indagini sul colpo alla Dialer System

Caccia al commando degli uomini-ombra, fuga con un bottino hi-tech di 150mila euro. A che punto sono le indagini sul colpo alla Dialer System
Caccia al commando degli uomini-ombra, fuga con un bottino hi-tech di 150mila euro. A che punto sono le indagini sul colpo alla Dialer System
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 22 Novembre 2021, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 13:44

ANCONA - Chi s’azzarda a rischiare sei anni di carcere per una rapina a mano armata il cui bottino sono soprattutto smartphone e tablet tracciabili? Solo una banda ad alta specializzazione, con esperti informatici capaci di crackare anche i più sofisticati dispositivi elettronici e cancellare quei codici imei che altrimenti consentirebbero agli investigatori di seguire le tracce dei costosi gadget sottratti. Oppure una gang con un canale di vendita clandestina già aperto con l’estero, dove è più facile far perdere le tracce telematiche di telefonini e tablet.

Un commando comunque capace di blitz rapidissimi, come quello commesso in meno di un quarto d’ora venerdì sera alla Dialer System, nel centro Gross Ancona della Baraccola, ma con le professionalità adatte anche per “lavare” una refurtiva particolare, che altrimenti non avrebbe mercato.
Del resto le stesse modalità dell’azione, raccontate a caldo dai rapinati agli investigatori della Squadra mobile dorica, hanno subito fatto intuire il livello di preparazione della banda entrata in azione in via Albertini, nel negozio all’ingrosso di prodotti e servizi tecnologici.


Le modalità
Uomini-ombra, capaci a quanto pare - anche se le analisi della Polizia Scientifica sono ancora in corso - di non lasciare la minima traccia del loro passaggio. Neanche nelle immagini della videosorveglianza, perché le telecamere a circuito chiuso della Dialer System hanno registrato invano il blitz del commando. I rapinatori, abituati a situazioni del genere, hanno strappato via il server che immagazzina le registrazioni e non ci sarebbe modo di recuperarle, a meno che non si ritrovi l’hard disk. «Figurati se non l’hanno già distrutto», ragionava ad alta voce uno dei detective che per tutta la notte, e poi anche nella giornata di sabato, hanno setacciato l’area del Gross cercando anche nei campi tracce della fuga di un bandito. Nulla.
Si spera che qualche immagine utile, magari di un’auto sospetta, possa arrivare dall’esame delle immagini delle spycam che sorvegliano l’area esterna del centro commerciale Gross della Baraccola, ma sembra che nei giorni scorsi ci siano stati dei passaggi a vuoto.

Qualche problema tecnico, forse, nulla che possa far pensare a una manomissione attuata dal commando prima di entrare in azione. E poi difficilmente i rapinatori, proprio per la presenza delle telecamere, sono entrati nel parcheggio della Dialer System dal cancello principale. Più probabile che siano arrivati da dietro, passando per i campi, proprio per sfruttare i coni d’ombra della video sorveglianza. Sono apparsi all’improvviso, pochi minuti prima delle 20 e 30 di venerdì. Il titolare Carlo Dignani era con due dipendenti al piano superiore, dove ci sono gli uffici. Il negozio all’ingrosso, dove si riforniscono centinaia di rivenditori di prodotti elettronici, era chiuso dalle ore 18 ma sopra si stava lavorando. Hanno sentito uno schianto, la porta scorrevole forzata che si apre di colpo.


Almeno 5 banditi
Dignani è sceso e s’è trovato di fonte un bandito con una pistola puntata. Lui e i suoi collaboratori ne hanno visti tre, tutti vestiti di scuro, con passamontagna e guanti neri per non lasciare impronte, ma di sicuro nel negozio ce n’erano almeno altri due, perché quando erano a terra con i polsi bloccati da fascette di plastica gli ostaggi hanno sentito rovistare anche in altre stanze. Banditi esperti e determinati, capaci di tirare qualche schiaffo e calcio alla prima mossa dei due uomini sotto tiro, ma anche con il sangue freddo che serve per non agitare troppo l’unica donna nel negozio, una ventenne appena assunta. Tutti e tre tenuti immobili sul pavimento, ognuno a guardare un angolo diverso della stanza, in modo che non potessero comunicare neanche con gli sguardi.
Quello che sembrava il capo, all’orecchio dei rapinati aveva un’inflessione campana, mentre i due complici entrati negli uffici potevano avere un accento straniero, dell’Est Europa. I banditi, probabilmente una banda di fuori regione con basisti locali, sono arrivati con due borsoni grandi per mettere la refurtiva. Sapevano che in questo periodo, avvicinandosi il Natale, avrebbero trovato il deposito ben fornito. Ma forse hanno trovato ancora più merce del previsto, visto che hanno svuotato anche due zainetti dei dipendenti per riempirli di scatole di gadget. Secondo un primo inventario, i banditi sarebbero fuggiti con circa 200 tra telefonini, tablet e auricolari, soprattutto iPhone, iPad e AirPods della Apple. Valore stimato del bottino, coperto da polizza assicurativa: circa 150mila euro, comprese alcune centinaia di euro in contanti del fondo cassa.

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