Effetto zona rossa, il Covid è in frenata: incidenza in calo del 20%, ma 90 morti in due settimane

Ambulanze al pronto soccorso di Torrette
Ambulanze al pronto soccorso di Torrette
di Stefano Rispoli
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Giovedì 18 Marzo 2021, 02:45

ANCONA - Finalmente la zona rossa produce i suoi effetti, anche se per il momento sono confinati in dati statistici che non si toccano con mano né si traducono ancora in una minor pressione sugli ospedali. Ma qualcosa sta cambiando, lo dicono i numeri: una luce in fondo al tunnel del Covid, anche se per uscire dalla pandemia e tornare in giallo (o in arancione) la strada è lunga. 

 
Ma c’è un elemento che fa ben sperare e conferma come le restrizioni - in attesa della vaccinazione di massa - siano l’unica arma per difendersi dall’emergenza sanitaria. Dopo due settimane di fascia rossa - istituita il 3 marzo in tutta la provincia dorica - il virus corre meno. Lo suggerisce la curva dell’incidenza dei casi per 100mila abitanti: si sono ridotti del 19,6%. Il valore, sospinto dalla diffusione della pericolosa variante inglese, aveva toccato l’allarmante picco di 520 contagi ogni 100mila abitanti, tanto da proiettare Ancona al secondo posto tra le province italiane più a rischio. 
Ma grazie all’effetto delle restrizioni, nell’ultima settimana l’incidenza è scesa a 418. Una quota ancora molto alta: basti pensare che per rientrare in zona gialla bisognerà arrivare sotto il limite dei 250 contagi per 100mila abitanti. Ma la discesa è cominciata, dopo due settimane di emergenza pura, segnata da un’impennata di ricoveri, dalle terapie intensive piene e dalle file di ambulanze davanti agli ospedali, con pazienti Covid costretti ad aspettare fino a 14 ore prima di essere visitati al pronto soccorso. Anche ieri è stata una giornata super impegnativa al 118, con decine di chiamate di soccorso per persone contagiate e un viavai di ambulanze all’ospedale. A Torrette resta elevatissimo il numero dei contagiati ricoverati: 153 di cui 31 nell’area della terapia intensiva, dove i posti letto sono stati raddoppiati (da 19 a 38) nell’arco di pochi giorni proprio per far fronte all’emergenza. Anche il pronto soccorso e l’Obi sono sotto stress: qui sono assistiti 19 casi Covid che non si possono collocare in altri reparti perché gli spazi sono tutti occupati, in attesa che nell’area del Cov4 vengano allestiti altri 6 letti di terapia seminteniva, come disposto dai vertici degli Ospedali Riuniti. 
Dunque, il virus circola a velocità più ridotta, ma restano sostenuti i contagi: 310 quelli registrati nelle ultime 24 ore dal Servizio Sanità della Regione. Il record si è toccato il 12 marzo con 441 nuovi casi, anche se molto dipende dal numero di tamponi processati. In due settimane di zona rossa, comunque, sono state contagiate 4.233 persone in provincia, per una media di 302 al giorno. E purtroppo, il bollettino è drammatico: ben 90 persone residenti nell’Anconetano sono decedute con il Covid dal 3 marzo in poi, più di 6 al giorno e 10 soltanto nelle ultime 24 ore. Il più giovane è uno jesino di 62 anni, i più anziani due 94enni di Corinaldo e Falconara. Hanno smesso di lottare un 82enne di Ostra, una 87enne di Montemarciano, una 86enne di Castelfidardo, una 90enne di Camerano, una 80enne di Belvedere Ostrense e due anconetani, una donna di 83 anni e un uomo di 74. 
La provincia di Ancona, grazie alla zona rossa, è scesa al 10° posto in Italia per densità di circolazione del virus.

Ma nel capoluogo continuano ad essere tanti i positivi, oltre quota mille. Anzi, da quando siamo entrati in fascia rossa sono aumentati i positivi: erano 925 il 3 marzo (con 2.366 persone in quarantena), oggi sono 1.045, ma si è ridotto il plotone degli isolati (1.437). Resta il fatto che, in generale, la corsa del virus è in frenata, anche se il livello attuale dell’incidenza settimanale, pari a 418 casi ogni 100mila abitanti, calcolata sulla popolazione residente in provincia, è nettamente superiore rispetto alla quota di 250 fissata dal Governo, oltre la quale scatta il lockdown. 

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