ANCONA «Mi diceva che ho un bel taglio degli occhi e che profumo di fragolina. Poi ha iniziato ad accarezzarmi la gamba, il braccio, il collo e mi ha chiesto di fare l’amore con lui, facendo presente che in genere prende 100 euro e non fa sconti, come se fosse un gigolò».
La testimonianza
A processo per violenza sessuale è finita una guardia giurata anconetana di 44 anni, ex dipendente di una società di vigilanza privata, che avrebbe approfittato di un turno di affiancamento di notte per provarci con la sua collega 30enne. Dalle 4 alle 7 del mattino del 9 maggio 2019 sarebbe stata tampinata in auto tra apprezzamenti non graditi e avances. «Prima si è messo a parlare dei suoi gusti musicali, poi delle sue ex e di come ne aveva tradita una - ha raccontato al collegio presieduto dal giudice Francesca Grassi la vittima, parte civile con l’avvocato Tommaso Rossi -. A un certo punto si è buttato addosso a me, mi ha preso la testa e l’ha girata verso di lui, l’ho respinto ma è riuscito a darmi un bacio sul collo. Ero spaventata: gli avevo detto che non provavo interesse, ma era martellante e voleva fare l’amore». Dopo il rifiuto, il vigilante avrebbe cominciato a deridere la collega. «Ha preso il cellulare e mi ha mostrato una mia foto, dicendo che voleva fare questo da tempo».
La 30enne è scoppiata in lacrime in aula. «Ero terrorizzata, volevo solo tornare in centrale, ma lui diceva: no, stai qui, anzi non devi parlarne con nessuno».
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