ANCONA - La minoranza entra ufficialmente in trincea. Calza l’elmetto, carica le armi e spara. Nove colpi. Come i mesi di governo della giunta Silvetti. «Nove fallimenti» titola il documento prodotto dai consiglieri d’opposizione. Firmato da tutti tranne uno: Massimo Mandarano (Italia Viva) si è chiamato fuori. Il suo partito non ha gradito l’allargamento a tutta la minoranza. «Rubini (Altra Idea di Città) non era in coalizione» asserisce Mandarano. Ma nemmeno i Verdi e i 5 Stelle, presenti comunque alla conferenza stampa di ieri mattina. Impasse a parte - che risolveranno nelle apposite sale - la minoranza alza la voce. «Siamo preoccupati per la nostra città - apre la capogruppo Pd, Susanna Dini -. Abbiamo lasciato i conti in ordine e tutto pronto per la sfida del Pnrr. Registriamo solo confusione e poca efficacia». A Carlo Pesaresi (Diamoci del Noi) il compito di scendere nei dettagli.
Il mantra
Parte dal decoro: «Un mantra di Silvetti - dice -, il fallimento più evidente».
Le scuole
L’ex assessore Pd Stefano Foresi, oggi consigliere comunale, fa un focus sulle scuole. «Le Podesti ancora chiuse - affonda -. Noi avevamo trovato i soldi, le progettazioni dove sono? Quand’ero assessore mi attaccavano, ma noi lavoravamo per priorità. Forse per loro le scuole non lo sono». L’ultima bocciatura, sulla squadra di governo. «Il sindaco è in minoranza - rimarca Pesaresi -, soffre delle divisioni interne nella sua stessa Giunta. Dall’evidente contrapposizione tra Zinni e Tombolini alle due scatole vuote degli assessorati di Battino e della Latini. C'è un accozzaglia di interessi politici e personali, diversi e divergenti». Scintillano le lame. I primi fendenti sono partiti.