ANCONA - Si fa presto a dire integrazione. Poi ti scontri con la dura realtà che parla di tre risse in meno di una settimana al Piano. I protagonisti? Tutti stranieri. Un romeno, un tunisino e un liberiano, finiti all’ospedale con la testa rotta. Il comun denominatore? L’alcol, ça va sans dire. Il sindaco, con apposita ordinanza, l’ha bandito H24 dal quartiere più multietnico del capoluogo, dove 6mila persone vivono a stretto contatto, ma sì e no conoscono il vicino di casa.
Quasi un residente su due al Piano è straniero, il 44%.
Ma è su un grande progetto atteso da mezzo secolo che il sindaco punta forte. «La riqualificazione dell’area del mercato e di piazza d’Armi sarà una tappa fondamentale per la crescita della zona, un volano potentissimo: al Piano arriveranno da tuta Ancona». Una sfida, più che una promessa. «Per il Piano abbiamo un progetto come per gli Archi, tornato ad essere attrattivo per nuovi operatori commerciali».
Lo sguardo è rivolto al futuro, ma non possono sfuggire i problemi di oggi. «Ce ne sono, ma non siamo al Bronx - corregge il tiro la Mancinelli -. Dipingere il Piano come il Bronx è sbagliato e fa un cattivo servizio a chi ci abita e ci lavora. Basta entrare nelle scuole per rendersi conto che si educa all’integrazione con progetti di grande qualità o nei locali che abbiamo messo a disposizione delle varie etnie, dove ci si aiuta a vicenda. Le comunità per prime isolano chi non si comporta bene». Non sarà certo un’ordinanza anti-alcol la panacea, «ma è uno strumento che vuole aiutare le forze dell’ordine che stanno già facendo molto - puntualizza il sindaco -. Un’ordinanza non risolve, nessuno ha la bacchetta magica, ma aiuta: il questore è soddisfatto, così come residenti e commercianti».
Ma la diaspora di anconetani è costante: chi può, scappa dal Piano, lo dicono i numeri. E il valore delle case sta crollando. «Sul mercato immobiliare non possiamo intervenire, gli affitti bassi hanno attirato anche il disagio che esiste e va affrontato: ripartendo le attività sociali di aggregazione, nelle scuole, si rinnoverà questa azione. Identità significa anche rispettare le regole - avverte la Mancinelli -. Vale per tutti, non solo per gli stranieri. Ma ad un’azione sistematica di presidio del territorio occorre creare le condizioni ambientali per una migliore vivibilità». Che non può non passare da un controllo delle case-alveare, dove s’annidano inquilini-fantasma. «Stiamo verificando la possibilità di un censimento più puntuale, ma dobbiamo attenerci alle direttive del Ministero dell’Interno e dell’Istat».