Il figlio perseguita l'ex fidanzatina, il padre fa pressioni per cancellare la denuncia: entrambi a processo

Ancona, il figlio perseguita l'ex fidanzatina, il padre fa pressioni per cancellare la denuncia: entrambi a processo
Ancona, il figlio perseguita l'ex fidanzatina, il padre fa pressioni per cancellare la denuncia: entrambi a processo
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 10:08

ANCONA - Padre e figlio imputati nello stesso processo. Il più giovane, 22enne, per il reato di stalking nei confronti dell’ex fidanzatina. L’altro, 63 anni, per tentata violenza privata perché secondo la procura avrebbe pressato i suoceri mancati del figlio per fargli ritirare la denuncia di atti persecutori: «Se non vedo la foto della rinuncia alla querela, ve la faccio pagare a morte», «a mali estremi, estremi rimedi», «attenzione alle conseguenze». I fatti contestati sono avvenuti tra il 2016 e il 2017, a Belvedere Ostrense e a Jesi. Ieri, l’udienza presieduta dal giudice Carlo Cimini si è focalizzata sull’accusa di stalking. Vittima, una ragazza che all’epoca dei fatti aveva 16 anni e che si è costituta parte civile con i genitori, tutti assistiti dall’avvocato Corrado Canafoglia.

Molestie e insulti

Per la procura, a cavallo della rottura del legame tra i due giovani e anche in seguito ci sarebbero stati pedinamenti, molestie telefoniche, insulti ma in alcune occasioni anche aggressioni fisiche.

L’imputazione nei confronti del 22enne parla di spintoni, una testata e il collo afferrato. «Lei non si sentiva libera – ha detto ieri in udienza un testimone dell’accusa -. Usciva col suo gruppo di amici solo se c’era lui. Una volta, mentre eravamo in auto, ci ha inseguito. Con il suo mezzo si è messo in mezzo alla strada come a voler dire: “Tanto non scappate”». 

Il numero anonimo

Dopo aver ricevuto l’atto di citazione per venire a testimoniare, sarebbe stato contatto dal 22enne: «Mi voleva mettere paura per non farmi dire quello che so. Mi ha chiamato da un numero anonimo. Probabilmente mi voleva indurre a non testimoniare». Un’altra testimone ha sostenuto, invece, di essere stata tallonata in auto dal più piccolo degli imputati. «Lei raccontava che lui era violento ma che poi lo perdonava sempre» ha detto un altro teste, riferendo di un’aggressione avvenuta in un bar di Belvedere ai danni della vittima. In quell’occasione, il 22enne avrebbe afferrato la ragazza per il volto dopo averle detto, una volta arrivato al locale: «Non mi saluti più?». Il processo è stato aggiornato al 6 aprile con altri testimoni dell’accusa. Poi, la palla alla difesa, rappresentata dall’avvocato Marco Polita. 

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