Si infila nel lettino per abusare della nipotina di 9 anni: zio 50enne a processo per violenza sessuale

Ancona, si infila nel lettino per abusare della nipotina di 9 anni: zio 50enne a processo per violenza sessuale
Ancona, si infila nel lettino per abusare della nipotina di 9 anni: zio 50enne a processo per violenza sessuale
di Stefano Rispoli
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Martedì 27 Aprile 2021, 09:30

ANCONA - Si sarebbe introdotto nel letto della nipotina, quando lei aveva solo 9 anni, per abusare sessualmente di lei. È questa l’accusa che ha fatto finire a processo un 50enne anconetano per il reato di violenza sessuale su minore. Il rinvio a giudizio è stato decretato dal gup Francesca De Palma.

La prima udienza si terrà davanti al collegio penale il 10 novembre. L’imputato, difeso dall’avvocato Gabriele Galeazzi, non ha scelto riti alternativi sicuro di poter smontare le contestazioni a dibattimento. I fatti partono da lontano: dall’estate del 2011, nella casa dello zio dove la minorenne – residente fuori regione - era venuta a trascorrere le vacanze. Solo tempo dopo, quando aveva compiuto 15 anni, la ragazzina ha raccontato tutto alla madre, sporgendo poi denuncia contro il parente. L’indagine è stata seguita dalla Squadra Mobile di Ancona. Nei confronti dell’imputato non sono mai scattate misure cautelari. Nel 2019 si è svolto l’incidente probatorio davanti al gip Sonia Piermartini, dove la vittima ha raccontato in forma protetta di quegli incontri notturni avuti con lo zio, mentre si trovava nel lettino della cameretta della casa familiare. Il processo, in pratica, si aprirà dieci anni dopo i fatti contestati dalla magistratura. Stando al quadro probatorio, tra le lenzuola l’imputato avrebbe allungato le mani sulla piccina, dando seguito ai quei desideri tanto nascosti quanto proibiti: ci sarebbero state toccatine alle parti intime anche veri e propri atti sessuali mentre la piccola vittima era in uno stato di dormiveglia. Le violenze, secondo l’accusa, sarebbero state perpetrate più volte, anche nella casa per le vacanze dell’imputato, poco fuori Ancona. Per anni, la piccola non ha parlato, forse cercando di dimenticare quanto accaduto nel corso dell’estate trascorsa con lo zio. Poi, con lo sbocciare dell’adolescenza, ha raccontato degli abusi contestati alla madre, dando inizio all’inchiesta della procura. Non avrebbe parlato prima per vergogna: il disagio e l’imbarazzo provati per quanto avvenuto l’avrebbero spinta, almeno in un primo momento, a non riferire degli episodi accaduti in casa. L’imputato rigetta ogni contestazione mossa dal pm Serena Bizzarri. 
 

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