Dal ristorante "emozionale" all'hotel a cinque stelle: i sogni infranti del Cardeto. Il parco è piombato nel degrado

Un cartello abbattuto all'interno del parco del Cardeto
Un cartello abbattuto all'interno del parco del Cardeto
di Stefano Rispoli
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Sabato 26 Febbraio 2022, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 15:59

ANCONA - Doveva chiamarsi “Marconi IX”, in onore all’esperimento fatto dall’inventore nel 1904 al vecchio Faro e a Papa Pio IX che lo fece erigere nel 1859. Ma il progetto del ristorante “emozionale” che avrebbe dovuto attrarre chef stellati del calibro di Antonino Cannavacciuolo alle pendici del Cardeto è tramontato sul nascere.

«Eravamo pronti ad aprire un tavolo tecnico con il Demanio, ma le amministrazioni non hanno voluto andare avanti per una serie di vincoli urbanistici: che senso ha affidare una concessione se poi non si prevedono deroghe? Hanno preferito lasciare tutto in mano al degrado», si rammarica Carmine Fioravante, amministratore della Artingegneria, studio di professionisti che erano sicuri di poter regalare alla città un ristorante con vista mozzafiato sul mare. 
E così, il vecchio Faro ottocentesco è rimasto nell’abbandono: a renderlo vivo ci pensano i ragazzini che si divertono a bivaccare sul tetto pericolante dell’ex casa del fanalista, a rischio crollo.

Ma il Cardeto, polmone verde con affaccio sull’Adriatico che altrove avrebbero trasformato in un gioiello e invece qui è finito nel dimenticatoio, è un florilegio di occasioni perse: si pensi all’albergo che, fino a un paio d’anni prima della pandemia, si voleva realizzare al posto dell’ex caserma Stamura, dopo la cessione dell’immobile dall’Agenzia del Demanio all’Invimit.

«L’ipotesi si è arenata perché i comitati cittadini si erano opposti a qualunque idea di riqualificare l’ex caserma se non per usi strettamente legati al parco - commenta il vice sindaco Pierpaolo Sediari -. La variante prevedeva la valorizzazione della struttura in ambito ricettivo, ma da parte nostra non aveva senso intraprendere una battaglia contro il volere degli anconetani». E così, pure l’ex caserma Stamura, già adibita a convento dei Cappuccini, resta nell’abbandono con i suoi 4.359 mq di vuoto assoluto. L’Agenzia del Demanio ora ci riprova: nell’ambito del programma Valore Paese Italia, ha indetto un nuovo avviso di gara per la concessione di valorizzazione del Faro del Cardeto. 


I potenziali investitori hanno tempo fino al 19 maggio 2022 per partecipare a un bando che punta a trasformare la torre cilindrica in una struttura ricettivo-culturale, sul modello dei Paradores spagnoli e delle Pousadas portoghesi. Uno spiraglio di luce s’intravede per l’ex Deposito derrate, altro edificio fatiscente: il progetto dell’Univpm è finalmente stato inserito in graduatoria tra quelli co-finanziabili dal Miur per un importo di 3,2 milioni per la realizzazione di uno studentato con la creazione di 59 posti letto su tre livelli. Sono in corso le procedure di validazione. «Attendiamo che l’Università ci presenti il progetto e avanzi la richiesta di permesso a costruire», commenta l’assessore Sediari.

Tra idee avveniristiche e progetti abortiti prima del tempo, il Cardeto giace nel degrado, nonostante gli sforzi del Comune che garantisce la cura del verde anche nelle aree demaniali, ha riparato le balaustre e riqualificato il Belvedere Neruda: peccato che la balconata in legno sia già stata danneggiata, tra listoni scardinati e pericolosi buchi sulla pedana. Le due aree giochi sono state a più riprese vandalizzate, tant’è che sono rimasti giusto uno scivolo e un’altalena per i bimbi. Tra panchine sfasciate, resti di bivacchi e cestini nascosti dalla vegetazione, il parco è a dir poco trascurato. Per non parlare del Chayim con i suoi sentieri ebraici chiusi al pubblico (ci sono ancora gli orari del 2021): la pedana all’ingresso lato Deposito del Tempo è sfasciata e i cartelli illustrativi sono ormai illeggibili. 

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