Venti milioni per la rigenerazione urbana, ma i tempi sono stretti: 5 maxi progetti da realizzare entro 4 anni

Il Mercato delle Erbe sarà oggetto di un restyling da 5,3 milioni
Il Mercato delle Erbe sarà oggetto di un restyling da 5,3 milioni
di Stefano Rispoli
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 05:10

ANCONA - Venti milioni su un piatto d’argento, ma vanno spesi “subito”. La rigenerazione urbana, che passerà attraverso 5 maxi restyling, ha tappe serrate perché una buona fetta dei finanziamenti statali arrivano dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: entro il 30 giugno 2023 vanno aggiudicati i lavori, prima del 31 dicembre 2024 occorre pagare almeno il 30% dei Sal, gli stati d’avanzamento lavori. E la deadline per completare le opere è fissata al 31 marzo 2026, pena la revoca dei contributi. 

 
Insomma, per il Comune si profila una corsa contro il tempo per realizzare i cinque interventi di rigenerazione urbana che sono stati ammessi al bando promosso dal Ministero degli Interni e che riguardano il completamento della Mole Vanvitelliana (2,9 milioni), il restyling della Pinacoteca Podesti (900mila euro), la riqualificazione della Biblioteca Benincasa (7,2 milioni, di cui 2,9 per il primo stralcio a carico dell’Amministrazione comunale), il recupero del Palaveneto (6 milioni) e la ristrutturazione del Mercato delle Erbe (5,3 milioni).

A conti fatti, nel giro di 4 anni i lavori, in gran parte ancora da progettare, dovranno diventare realtà.

«Dobbiamo riuscirci per forza»: l’assessore al Piano strategico, Ida Simonella, manifesta ottimismo. «Siamo tarati sul 2026 - spiega - e dobbiamo programmare tutta l’attività in vista di quella scadenza. Parliamo di finanziamenti integrali per 20 milioni di euro: è un’occasione unica che non possiamo lasciarci sfuggire». Dettaglio incoraggiante: «Tutte le opere sono inserite nel piano triennale, quindi si possono subito affidare le progettazioni nell’ambito degli accordi quadro. Pinacoteca e Mole sono più avanti perché si tratta di integrare progettazioni già esistenti». 

Il “cappio” del Pnrr, che finanzia anche le progettazioni ma impone tempi strettissimi, rischia di strozzare sul nascere i sogni di riqualificazione: la speranza è che l’iter sia molto più rapido rispetto al Piano periferie, i cui fondi (anche in quel caso, 20 milioni) erano stati erogati nel 2018, ma ancora oggi non si vede la fine dei lavori agli Archi e alla Palombella. Ad onor del vero, le 6 grandi opere sono inciampate in una serie di intoppi, dal blocco imposto dal decreto Milleproroghe alla pandemia da Covid: resta il fatto che si viaggia in grave ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale. 


La preoccupazione è giustificata dal fatto che alcuni interventi vanno progettati ex novo, come nel caso del palazzetto dello sport di via Veneto che richiede un adeguamento strutturale imponente (6 milioni): dalla sua riqualificazione passa la rigenerazione di un intero quartiere, nell’ottica di porlo al servizio anche delle scuole. L’intervento più oneroso (7,2 milioni) è previsto per il palazzo Mengoni-Ferretti che un giorno tornerà ad ospitare la biblioteca Benincasa «con una progettazione che includa spazi di socialità, per studenti e all’aperto in piazza, infrastrutture digitali, accessibilità alle collezioni più preziose», spiega l’assessore alla Cultura, Paolo Marasca. Solo allora cesserà l’odissea della Biblioteca che, dopo il trasferimento a Palazzo Camerata, ora sta traslocando a Palazzo degli Anziani, al piano terra, con affaccio sul porto antico.

La Biblioteca, chiusa da ieri, riaprirà al pubblico il 9 febbraio: in cantiere ci sono lavori di adeguamento di alcune sale-lettura, processo che si completerà in un anno. 
Tra tutte la opere, quella per la nuova ala della Mole Vanvitelliana (2,9 milioni) richiederà una fase progettuale meno impegnativa perché già avviata. Più imponente sarà il restyling del Mercato delle Erbe (5,3 milioni) per il quale occorrerà affrontare una volta per tutte il tema dell’eventuale trasferimento dei commercianti durante i lavori: è stato calcolato che la loro permanenza in loco richiederà un aumento dei tempi e dei costi della sicurezza integrativa per 337mila euro. Meno problematico il restauro e l’adeguamento impiantistico della Pinacoteca comunale a Palazzo Bosdari (900mila euro) che, dopo l’ampliamento su Palazzo Bonomini, diventerà uno dei principali centri espositivi per la pittura antica dell’intera dorsale adriatica. 

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