Gli operatori del centro anconetano propongono al Comune le loro idee:«Via i graffiti, più luce e lampioni stile ‘800 ecco il nostro Corso»

Gli operatori del centro anconetano propongono al Comune le loro idee:«Via i graffiti, più luce e lampioni stile ‘800 ecco il nostro Corso»
Gli operatori del centro anconetano propongono al Comune le loro idee:«Via i graffiti, più luce e lampioni stile ‘800 ecco il nostro Corso»
di Antonio Pio Guerra
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Martedì 5 Marzo 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 11:09

ANCONA Il Corso che vorrei, parola ai commercianti. Oasi verdi, dehors a tema ed anche modifiche alla circolazione: sono tanti i temi e le proposte che gli esercenti della città vorrebbero portare all’attenzione della giunta Silvetti, impegnata proprio in questi giorni nella definizione del centro che sarà. «Parliamo di decoro da vent’anni e ancora non si riesce a trovare una quadra, cambiano i suonatori ma non la musica» commenta quasi rassegnato Toni Tanfani della boutique Gisa. «Oggi c’è un grande degrado» conferma anche Giorgio Pavani, che poco distante ha il suo negozio d’abbigliamento Marineria


L’urgenza 

Ecco perché il ritocchino (almeno quello) non è più rimandabile. «Ripensare agli arredi urbani, che oggi non ci sono» scrive in cima alla lista Mery Montagnoli, che da qualche settimana ha aperto il suo locale Solo Marche in via degli Orefici e che punta ad ingrandirsi nei prossimi mesi.

E dire che gli operatori non vorrebbero neanche i fuochi d’artificio. «Sono già stati spesi troppi soldi per fare cose inutili» fa notare Tanfani. Gli chiediamo cosa farebbe lui e, dopo averci pensato un attimo, ci risponde: «Sarà importante studiare bene i dehors di bar e ristoranti». Non che siano tutti uguali, attenzione, «ma che diventino parte dell’arredo e che siano coordinati per alcuni dettagli, come il colore degli ombrelloni o lo stile». «Ormai quasi tutti i bar sono esposti sul Corso con questi spazi che sono diventati parte integrante del centro» dice Tanfani. Anche sul fronte del verde basterebbe poco. «Come a Nizza, dove hanno posizionato dei pali addobbati con vasi di coccio fioriti» propone Pavani. «Non servono gli eccessi ma teniamo a mente che fare le cose belle o brutte costa uguale» avverte. «L’importante è che il Corso diventi un posto dove è piacevole passeggiare, altrimenti resterà soltanto una strada chiusa». Parlando di viabilità, proprio Tanfani fa notare i problemi che affliggono il centro. E che vanno ben oltre i parcheggi. «La città non scorre ed i clienti che arrivano da fuori fanno fatica a fruire degli spazi» dice. Flavio Zoppi, bar La Tazza D’Oro, guarda al passato: «Ricordo di un vecchio progetto presentato negli anni ‘80, quello della circolazione ad anello ed in un unico senso, dall’entrata all’uscita». Prima delle utopie, però, le contingenze. «Il centro che vorrei? Piccole oasi verdi dove potersi fermare, cancellare i graffiti e migliorare l’illuminazione, che adesso è bruttissima». Come? «Con lampioni in stile ‘800» ad esempio. La strada del vintage la percorre anche Montagnoli. «Vorrei panchine più classiche rispetto a quelle orrende che c’erano prima» ci risponde. Sta parlando delle vecchie isole hi-tech, mostri di metallo che agli anconetani non sono mai andati a genio. Poi «più luoghi d’incontro, fiori e piante». Ma soprattutto una cosa: «Non mettete i bastoni tra le ruote ai commercianti» sottolinea Montagnoli. «Gli operatori vanno coinvolti perché sono loro che illuminano le vie. Se la parte antica di Ancona oggi è deserta è perché sono scomparse quasi tutte la attività» è il messaggio che Tanfani lascia in segreteria all’amministrazione. 

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