ANCONA - È partito davanti al giudice Francesca Grassi il processo per ravvisare eventuali responsabilità per la morte di Pasquale Marigliano, il 48enne campano travolto e ucciso dal braccio meccanico di un bobcat. La tragedia risale al 15 gennaio del 2020, all’interno del cantiere per la costruzione del nuovo Inrca di Camerano. L’operaio, originario dell’hinterland napoletano, sposato e padre amorevole, era stato colpito al volto dalla benna del mezzo pesante guidato dal suo collega, un 33enne albanese. Era praticamente morto sul colpo per le gravi ferite riportate.
Gli imputati
Lo straniero, che per il pm non aveva titolo abilitativo alla conduzione del mezzo, è a processo per omicidio colposo.
Il mezzo era stato movimentato in un piazzale che doveva essere pulito e sistemato ma non - sostengono gli inquirenti - dal 33enne albanese. Da quanto emerso dalle indagini, il 48enne campano - impegnato all’interno del cantiere nel montaggio di armature metalliche - si era recato in quella zona per portare dei caffè a un paio di suoi colleghi. Purtroppo, sarebbe arrivato alle spalle del bobcat, venendo poi colpito al volto dal braccio meccanico. Era stato travolto in una maniera così violenta che non gli aveva lasciato scampo. Erano stati tutti inutili i tentativi di salvargli la vita. Il 33enne, sotto choc, non poteva capacitarsi di quanto appena avvenuto.
Il dibattimento
Nel corso della prima udienza sono stati sentiti alcuni testimoni dell’accusa: un carabiniere intervenuto per le indagini e un’ingegnere dell’Asur, per ravvisare le condizioni di sicurezza e le competenze delle persone rimaste coinvolte nell’incidente. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l’avvocato Antonio Nerone. Il processo proseguirà il 6 giugno con l’audizione di altri testimoni. Verrà sentito anche un operaio che avrebbe visto in diretta la scena di sangue.
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