Oggi letti-Covid alla Residenza Dorica per allentare l’emergenza all'ospedale di Torrette

Oggi letti-Covid alla Residenza Dorica per allentare l’emergenza all'ospedale di Torrette
Oggi letti-Covid alla Residenza Dorica per allentare l’emergenza all'ospedale di Torrette
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 20 Novembre 2020, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:43

ANCONA  - Torrette cerca il punto di equilibrio per scongiurare l’effetto-saturazione. Tradotto in cifre l’obiettivo è quello di mantenere a livello di 5-6 persone il turn-over quotidiano dei posti Covid. Così da evitare di sfondare quota 100. Un intento che, da oggi pomeriggio, potrebbe essere garantito dall’apertura, ai positivi meno gravi, della Residenza Dorica, alla Baraccola.

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La struttura medicalizzata, gestita dal gruppo Kos, con il tandem Bertarelli e De Benedetti, metterà a disposizione 43 letti in virtù dell’intesa siglata la scorsa settimana tra Regione e cliniche private. Nella stessa casa di cura altre 38 postazioni sono riservate all’Inrca. Sempre per i pazienti in cura intermedia, a Villa Serena di Jesi sono, invece, 16 le unità che verranno attivate per assistere i casi Covid e 30 a Cagli. Ieri mattina per arrivare alla sintesi, durante una call conference fiume si sono confrontati il vertice del Sevizio Salute della Regione, Lucia Di Furia, con le direzioni delle aziende. Un incontro durante il quale si è stati costretti a fare i conti con un rifiuto: non si è sbloccato, almeno per ora, il caso-Stella Maris la clinica privata di San Benedetto che, sempre secondo l’accordo con Palazzo Raffaello, avrebbe dovuto mettere a disposizione della causa altri 70 posti.

Si tenta di percorrere - come già avvenne la scorsa primavera all’epoca della prima ondata del virus - la via della santa alleanza pubblico-privato. Una scelta accelerata dall’urgenza. Perché la morsa dell’emergenza nella cittadella sanitaria degli Ospedali Riuniti non allenta la presa. Anzi. Ieri sono stati ricoverati altri tre contagiati, provenienti dal Maceratese, le cui strutture ospedaliere sono ormai oltre la linea di sopportazione. Generando un’inevitabile e allarmante migrazione di pazienti. Tant’è che Torrette anche ieri viaggiava sopra quota 100. Erano 103 i contagiati dal virus collocati nei vari reparti dell’ospedale regionale: 20 in terapia intensiva, 19 in subintensiva, 40 nel padiglione delle Malattie infettive, pieno da settimane, 24 nel reparto Cov-4, al sesto piano della palazzina dove sorgerà il nuovo Salesi, tutto esaurito pure quello. 

Situazioni al limite anche nei luoghi della transizione, quelli cioè che precedono l’eventuale ricovero. All’Obi, l’Osservazione breve intensiva, tutti gli 11 posti dedicati al Coronavirus erano impegnati. Sistemati, invece, i 6 pazienti passati per il pronto soccorso e risultati infetti. E se Torrette sarà la prima struttura a beneficiare del sostegno delle case di riposo private, l’ospedale regionale per alleggerire la pressione s’è già avvalso dell’alternativa sociale offerta dai Covid Hospital: 15 pazienti sono stati trasferiti, nei giorni scorsi, da Torrette alle camere con vista di Senigallia e Montecassiano. Strutture che, sempre seguendo il filo d’un piano d’azione messo a punto con la Regione, offrono la possibilità di accogliere i positivi che non hanno più bisogno del ricovero, ma che non possono neppure vivere il periodo di quarantena nella propria abitazione. Ma lo soglio contro il quale s’infrangono molti dei buoni propositi restano le cifre. Sempre troppo sostenute: sono 667 i positivi al Covid rilevati nelle ultime 24 ore nelle Marche dal bollettino del Servizio Salute con il maggior numero di casi, 213, che penalizza la provincia di Ancona. Non si ferma neanche la conta delle vittime: 11 che hanno segnato a lutto tutta la regione, quattro delle quali sono dei dintorni dorici. Due donne sono morte a Senigallia, una di 92 anni era del posto, l’altra di 66 di Ostra Vetere; due gli uomini che hanno perso la vita a Jesi, uno di 88 anni era originario di lì; l’altro di 70 anni era di Belvedere Ostrense . Per tutti vale la solita, triste, formula: patologie pregresse. 

Anche la burocrazia cede il paso alla gravità delle necessità.

Mercoledì i vertici degli Ospedali Riuniti hanno firmato una determina per definire i termini dell’affidamento-lavori in tutte le sue declinazioni, a Invitalia per la realizzazione di 17 dei 38 nuovi posti di terapia intensiva. Una mossa che trova la copertura finanziaria nelle pieghe del decreto legge 34, dal sottotitolo “Misure urgenti in materia di salute”. Nel documento - una conferma che si stanno rispettando i tempi - sono incisi a fuoco anche i ritmi stringenti del cronoprogramma. Dal 16 novembre sono previsti appena sei mesi per consegnare tutto. E oggi si torna a viaggiare online, per gli Stati Generali: saranno in 200 a collegarsi tra top e middle manager di Tottette, il rettore della Politecnica Gian Luca Gregori e l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini. Per fissare il punto di equilibrio. Tutti insieme. 

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