La Mole di Ancona sede del G7 Salute? Corsa per metterla a posto troppi cantieri in un limbo

La Mole di Ancona sede del G7 Salute? Corsa per metterla a posto troppi cantieri in un limbo
La Mole di Ancona sede del G7 Salute? Corsa per metterla a posto troppi cantieri in un limbo
di Stefano Rispoli
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Sabato 4 Novembre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 08:48

ANCONA Se davvero la Mole Vanvitelliana dovesse essere individuata come location per ospitare il G7 della Salute, tra il settembre e l’ottobre del 2024, allora c’è da correre. Il rischio è che il contenitore culturale per eccellenza della città si riveli un percorso a ostacoli e offra un’immagine poco elegante di sé in occasione di quella che il sindaco Daniele Silvetti ha definito una «ribalta planetaria». Non sarebbe il massimo costringere i sette ministri della Sanità di Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Canada e Giappone, con le rispettive delegazioni (almeno 250 persone) a passeggiare tra un cantiere e l’altro, con vista su impalcature, transenne, ferraglie, mattoni e barattoli di vernice a terra. 


Le valutazioni 

Sia chiaro: impagabile è la bellezza di un contesto unico, suggestivo, dove lo sguardo si apre sul mare e raggiunge l’orizzonte, in un luogo intriso di storia e cultura.

E sicuramente il fascino della Mole non avrà lasciato indifferenti i commissari del Ministero che nei giorni scorsi sono venuti in città per valutare le potenziali location per il summit dei Grandi, in programma per la prima volta ad Ancona. Ma da qui a un anno c’è il tempo, se non di completare tutto, almeno di portarsi avanti nei lavori. Che, invece, sono rimasti clamorosamente indietro. 

Il calvario 

Era l’ottobre del 2018 quando il Comune affidava ad un’impresa di costruzioni con sede a Bolzano l’appalto da 5,6 milioni di euro per il restauro delle ultime due ali dell’ex Lazzaretto, lato terra (B-C) e lato Porta Pia (C-D). Fu l’inizio di un calvario perché rapidamente il valore dell’appalto schizzò a 6,3 milioni a seguito di 4 varianti, nell’ambito di lavori finanziati dal Mit per 8,7 milioni con il Piano nazionale delle città. Poi è intervenuto il Covid, quindi l’inflazione e l’aumento esponenziale dei prezzi. Così il restyling è rimasto bloccato a meno della metà: solo il 39% delle opere è stato eseguito. I lavori si sarebbero dovuti chiudere in 720 giorni, ma la deadline del gennaio 2022 è stata posticipata al 24 maggio 2022 e, dopo ben 23 ordini di servizio, ecco la sorpresa: il 20 dicembre 2021 la ditta ha abbandonato il cantiere, comunicando di aver presentato un’istanza di concordato in bianco al tribunale fallimentare di Treviso, che il 4 gennaio 2022 ha autorizzato la sospensione dei lavori. Ne è seguita una lunga querelle a colpi di carte bollate, fino all’accordo transattivo raggiunto in estate: dei 4,8 milioni pretesi, il Comune ne riceverà 1,2 a fronte di una richiesta della controparte di 3,5 milioni. Non appena l’accordo verrà ufficializzato, il Comune potrà indire un nuovo bando, non prima di aver approvato una variante al progetto e un aggiornamento dei prezzi. I tempi non sembrano brevi. 
Nel frattempo, però, il restyling della Mole proseguirà su altre due direttrici. Da un lato, i lavori del Pnrr per 3,3 milioni di euro, affidati alla Edildomus Srl: prevedono il rifacimento (già avviato) della pavimentazione nella sala Viani e la messa in sicurezza del ponte di collegamento lato Rivellino, conservandone il disegno originale e rafforzando le travi laterali e il parapetto. L’altro aspetto riguarderà il miglioramento sismico e la riparazione dei danni causati dal terremoto del 2016, per lo più fessurazioni sulle compagini murarie: ad agosto è stato affidato alla Project Srl un incarico da 240mila euro per la redazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica di un intervento stimato in 1,8 milioni, per il quale si spera di accedere a fondi governativi. 

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