L’incubo post alluvione frena nelle Marche l’acquisto del pesce: «Tranquilli è buonissimo»

L’incubo post alluvione frena nelle Marche l’acquisto del pesce: «Tranquilli è buonissimo»
L’incubo post alluvione frena nelle Marche l’acquisto del pesce: «Tranquilli è buonissimo»
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 2 Luglio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 12:16

ANCONA  - Prima c’è stato il caro gasolio, che ha costretto i pescherecci a ridurre le uscite in mare per tentare di risparmiare sul carburante ed equilibrare le spese con i guadagni. Poi è arrivata la mannaia della Ue, con le regole europee per l’eliminazione della pesca a strascico: per ultimo l’alluvione, che ha colpito parte delle Marche e messo in ginocchio l’Emilia Romagna, trasformando lo specchio d’acqua dellAdriatico in una vera e propria pozzanghera con il pescato che rimane tristemente sui banchi del mercato. 

 
 

Pescatori senza pace


Insomma non c’è pace per i pescatori marchigiani, una filiera economica tra le più importanti nel panorama nazionale (dopo Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna), con circa 900 imbarcazioni a livello regionale e 2mila operatori.

Il mercato ittico di Ancona, poi, è al secondo posto nell’Adriatico (al sesto in Italia) mentre per tonnellate di stazza lorda, il porto peschereccio dorico è al terzo posto in Italia e al primo in Adriatico con una flotta di composta da circa 130 motopescherecci che praticano la pesca a strascico e volante, 50 che praticano la pesca delle vongole, altri 30 che praticano la piccola pesca e un numero di marinai imbarcati che si aggira intorno alle 800 unità. 


«Il pesce è certificato»


Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona non nasconde la propria preoccupazione: «Stiamo vivendo un momento veramente difficile, che ha messo in crisi il settore ittico locale e regionale. Il pesce si sta vendendo pochissimo, perché tra i consumatori si è insinuato il dubbio che il prodotto pescato nell’Adriatico sia inquinato a causa della recente alluvione. Ma non è così. Il pesce è sicuro e certificato».


È venerdì mattina e al porto di Ancona i pescherecci hanno spento i motori da qualche ora, mentre gli armatori svolgono la manutenzione prima di tornare dalle proprie famiglie. «A un mese dall’inizio del fermo pesca siamo tutti molto demotivati - continua Lazzari -: continuiamo ad uscire in mare, ma quando torniamo a terra abbiamo la consapevolezza che il nostro pescato verrà venduto al ribasso. Eppure ci sono controlli continui in mare per valutare lo stato delle acque e la situazione è assolutamente sotto controllo, a parte i primi momenti drammatici dell’alluvione. Adesso c’è una moltitudine di merluzzi e sogliole, tutti assolutamente garantiti, controllati e certificati come tutto il prodotto ittico che arriva dai nostri pescherecci».


L’appello
Un appello ad acquistare a chilometro zero con la certezza della qualità made in Marche: «Negli ultimi anni il settore ittico è andato incontro a numerose difficoltà che hanno ridotto l’attività e costretto i pescatori a rivedere il proprio modo di operare. Questa è l’ennesima batosta che potrebbe però agevolare l’acquisto di prodotti che arrivano dall’estero».

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