«Puoi abbassare la voce?». L'uomo non ci sta, insulta e aggredisce il ragazzo perché di colore. Spunta anche un coltello

Il ragazzo di colore aggredito. «Puoi abbassare la voce?». L'uomo non ci sta, insulta e aggredisce il ragazzo perché di colore. Spunta anche un coltello
Il ragazzo di colore aggredito. «Puoi abbassare la voce?». L'uomo non ci sta, insulta e aggredisce il ragazzo perché di colore. Spunta anche un coltello
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Novembre 2019, 03:10
ANCONA - Un uomo di mezza età, italiano, che parla ad alta voce allo smartphone mentre è a bordo di un bus diretto a Chiaravalle. Un giovane di colore che, dopo alcune lamentele di altri passeggeri, gli si avvicina per dirgli di abbassare un po’ la voce perché «il bus è di tutti». È il preludio non solo di una bagarre che si scatena a parole, ma di un’aggressione di stampo razzista che termina con un coltello puntato contro il ragazzo straniero.
«La tua razza è maledetta, non dovrebbe neanche esistere in questo mondo. Ti faccio vedere la fine che dovete fare tutti voi, negro di m...». Sarebbe stato questo il tenore delle invettive esplose ieri sera attorno alle 18, sulla corriera della linea C, partita dal centro di Ancona e diretta a Chiaravalle.
 
L’ira del passeggero italiano, 50 anni circa, si è scatenata lungo la Flaminia, a pochi metri dall’incrocio con via Conca. È proprio qui che il conducente del mezzo Atma-Conerobus ha arrestato la sua corsa, vedendo che qualcosa di grave stava accadendo sul suo bus, affollatissimo a quell’ora. Ha fatto scendere tutti i passeggeri per far calmare le acque e cercare di cristallizzare i contorni della scena avvenuta poco prima. Quando sono arrivate le Volanti della polizia, l’uomo di mezza età si era già dileguato. È stato fermato solo il ragazzo di colore, identificato in un gambiano di 20 anni.  Le sue dichiarazioni e quelle di altri testimoni, tra cui una studentessa universitaria, sono state ascoltate dagli agenti diretti dal sostituto commissario Franco Pechini. Tutto è accaduto all’improvviso ed è nato per una semplice richiesta. Stando a quanto emerso, il 50enne stava parlando al cellulare con una voce altisonante. Così fragorosa da infastidire parte dei viaggiatori che si trovavano a bordo della corriera. A un certo punto, il gambiano gli si è avvicinato, chiedendogli in maniere gentile di abbassare i toni: «Scusi, può parlare più piano?».

La domanda ha scatenato la violenta reazione dell’uomo. Da «cosa vuoi, ma che problemi hai?» sarebbe passato agli insulti razzisti: «Sei un nero di m… La tua razza non dovrebbe neanche esistere». Un’offesa dopo l’altra: «Tornatene al tuo paese», «la tua razza è maledetta». Il gambiano ha resistito fino a che ha potuto, poi avrebbe iniziato a rispondere a tono. La sua reazione ha infastidito ancor più il passeggero italiano: «Ora ti faccio vedere la fine che dovreste fare tutti voi». Ha aperto il suo zaino ed ha sfoderato un piccolo coltello. È intervenuto un altro ragazzo di colore per mettere fine alla discussione e cercare di frapposti tra i due utenti del bus. Prima che il conducente decidesse di fermare il mezzo, il 20enne ha avuto il tempo per un ultima battuta. Lapidaria. Secca. E dolorosa: «Non ho paura di te, in Libia ho visto i miei amici che venivano sparati alla testa».

Subito dopo che il bus ha arrestato la sua corsa all’altezza della stazione di Torrette, il 50enne è sparito nel nulla, dopo aver tentato di salire su altri mezzi di Conerobus, delle linee B e J, che nel frattempo erano arrivati alla fermata di Torrette-stazione. Anche in questo caso è stato pronto l’autista del primo bus, che ha detto ai colleghi di non aprire le portiere perché poteva salire un uomo forse armato. Alcuni testimoni, tra cui la studentessa universitaria che ha dato l’allarme all’autista, e il gambiano sono stati trattenuti dalla polizia per capire come fossero realmente andati i fatti. Il 50enne con il coltello si è allontanato, ma la polizia avrebbe già degli elementi per identificarlo. 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA