Il killer ha studiato un piano per l’omicidio del parrucchiere. Inchiesta chiusa, Rossetti verso il processo

Mattia Rossetti
Mattia Rossetti
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 08:21

ANCONA - Inchiesta chiusa, Mattia Rossetti più vicino al processo per aver ucciso a coltellate l’ex compagno di scuola Michele Martedì. Il pm Irene Bilotta ha messo un punto sull’indagine preliminare nata dall'omicidio avvenuto lo scorso 8 dicembre in una stradina sterrata di via Maggini.

Il parrucchiere 26enne, mentre passeggiava con l’amato cane Ares, era stato assalito dal coetaneo Mattia con una decina di fendenti scagliati alle braccia, al collo e al tronco. 

 
La cattura
La fuga dell’aggressore era finita poche centinaia di metri di distanza dal luogo dell’omicidio, con l’arresto dei carabinieri e la successiva reclusione a Montacuto, carcere dove tuttora l’indagato si trova con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dallo stalking, dalla crudeltà e dai futili motivi. Dalla notifica della fine dell’indagine, la difesa – rappresentata dall’avvocato Francesco Linguiti – avrà 20 giorni di tempo per presentare una memoria o decidere se far sottoporre a un interrogatorio l’indagato. 


In un momento successivo, la procura potrà decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio.

La fine dell’inchiesta è arrivata dopo l’arrivo sul tavolo del pm delle relazioni peritali. Tra quelle richieste c’erano la consulenza medico-legale affidata al dottor Adriano Tagliabracci, la perizia psichiatrica su Rossetti affidata al dottor Marco Ricci Messori e quella operata dall’analista forense Luca Russo sui dispositivi informatici sequestrati all’indagato. Da questi (si tratta di due cellulari e un pc) sarebbe emersa la premeditazione contestata dalla procura.

L’indagato, infatti, avrebbe cercato sul web la connotazione giuridica dell’omicidio premeditato, forse per capire a cosa sarebbe andato incontro nel caso avesse portato a termine quanto già aveva maturato nella sua mente, tanto che qualche giorno prima del delitto si era armato del coltello a serramanico, arrivando persino sotto casa della vittima nel pomeriggio del 7 dicembre e registrando una storia social dove veniva insultato l’ex compagno di scuola.


Inoltre, nei giorni precedenti all’omicidio sembra che Mattia avesse cercato informazioni – anche attraverso agenzie di viaggio - per un eventuale trasferimento all’estero, in Inghilterra o Belize. Per quanto riguarda la relazione psichiatrica, il perito della procura ha ravvisato, al momento dei fatti, un parziale vizio di mente dell’indagato, caratterizzato da un disturbo paranoide della personalità. 


Le motivazioni
Il movente dell’omicidio? «Mi sentivo preso in giro da Michele, è lui la causa dei miei fallimenti» aveva detto nel corso dell’interrogatorio di garanzia Mattia, noto al Centro di salute mentale di Ancona. Al centro dell’ossessione dell’indagato ci sarebbero state anche delle recriminazioni legate a una ragazza e imputate al parrucchiere. La famiglia di quest’ultima è tutelata dall’avvocato Alessandro Scaloni. 

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