Stop ai ladri di supercar, sette arresti
Auto anche nei garage di Ancona

Stop ai ladri di supercar, sette arresti Auto anche nei garage di Ancona
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Mercoledì 11 Ottobre 2017, 05:35
ANCONA - Le auto di lusso venivano rubate da ladri hi-tech, dotati di jammer e strumentazioni avanzate, per essere rivendute in Italia e all’estero. Prima di prendere la via dei Balcani stazionavano pure in provincia di Ancona, custodite in garage affittati sotto falso nome. La scoperta è dei carabinieri del Comando provinciale di Milano che ieri mattina hanno arrestato 17 persone tra i 21 e i 65 anni (7 albanesi, 6 italiani, un marocchino, un egiziano e due donne, una romena e una bulgara) nelle province di Milano, Monza, Bergamo, Chieti e Pavia, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione e riciclaggio di auto di lusso, con l’aggravante della transnazionalità. 

Altre 7 persone erano finite in manette e 9 denunciate nella prima fase dell’inchiesta avviata dal Nucleo investigativo di Monza. Si cercherà di capire se siano in qualche modo ricollegabili alla gang appena sgominata i furti in serie avvenuti nei scorsi giorni nel capoluogo, in particolare nel quartiere Adriatico, dove tra il 21 settembre e il 4 ottobre sono sparite 8 auto (una è poi stata ritrovata) tra cui 5 suv Aud.

I malviventi, che hanno agito sempre di notte, al Viale e dintorni non hanno mai lasciato traccia né hanno avuto bisogno di usare la forza: probabilmente si sono serviti di jammer, disturbatori di frequenza e strumentazioni tecnologiche in grado di bypassare i sistemi di allarme e di localizzazione gps, in modo da entrare nelle auto in pochi istanti e metterle in moto.

Una tecnica simile a quella utilizzata dalla banda del Milanese, capeggiata da due albanesi, specializzata nello smontare e sostituire i telai di Bmw, Audi, Range Rover e Jaguar rubate all’aeroporto di Malpensa, ma anche in hotel di lusso e parcheggi custoditi, per poi essere rivendute in Germania, Albania e Montenegro. Alcune delle 23 auto sequestrate, per un valore di 1,7 milioni, si trovavano nascoste in box della provincia di Ancona, forse in attesa di essere imbarcate per l’est Europa.
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