ANCONA - Sei mesi, pena sospesa, per non aver previsto un possibile pericolo dietro la curva e aver così concausato l’incidente che, la mattina del 20 agosto 2020, strappò alla vita il figlioletto, Christian Durazzi, di 6 anni.
Ieri, il papà Giacomo ha chiuso il conto con la giustizia, patteggiando davanti al gup Alberto Pallucchini. Era accusato di omicidio stradale. Non se l’è sentita di procedere con il rito ordinario: ha voluto evitare il dibattimento, un lungo processo che inevitabilmente avrebbe acuito una ferita che, con molta probabilità, non si rimarginerà mai.
L’altro imputato
L’imputato, 37enne di Senigallia, doveva dividere l’accusa con Fausto Albertini, di Fano, l’operatore di una ditta privata di servizi integrati per l’ambiente che in quel drammatico 20 agosto aveva parcheggiato il furgone di fronte a un’abitazione dalla quale stava recuperando elettrodomestici da rottamare.
La dinamica
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il 37enne aveva sterzato, colpendo però la pedana del mezzo pesante, che era abbassata per caricare degli elettrodomestici. Il piccolo Christian, che viaggiava accanto al padre sul sedile anteriore destro con la cintura regolarmente allacciata, era morto praticamente sul colpo. Inutili i soccorsi per quell’angioletto di 6 anni, bravo a scuola e sui campi da calcio. Stando agli accertamenti eseguiti per conto della procura, l’operaio aveva posizionato il mezzo ingombrante dietro una curva, in un punto della strada privo di banchina: per gli inquirenti, avrebbe potuto accostarlo di più sul margine destro della carreggiata, che avrebbe invaso per circa 2 metri. Durazzi è stato assistito dall’avvocato Roberto Marini. L’altro automobilista è stato difeso dal legale Nicola Maria Ciacci. Chiuso il capitolo penale, rimane il dolore incommensurabile per la morte di Christian. Una perdita pianta da tutta la comunità di Senigallia e il cui ricordo è tenuto vivo da un memorial calcistico, la cui prima edizione si è tenuta lo scorso giugno.