ANCONA - Come se non bastasse essere il simbolo delle incompiute della città, ora il pensionato Tambroni è diventato ricettacolo di sbandati e clochard. Basta fare un giro da queste parti, in via Cupa a Posatora, per rendersi conto in che condizioni versa la struttura che nei giorni scorsi è finita nel mirino dei vandali. Nonostante la videosorveglianza, qualcuno ha abbattuto parte del cancello che dà accesso al parcheggio del pensionato fantasma.
La storia
Un atto vandalico a tutti gli effetti, ma i teppisti da queste parti sono di casa: basta guardare le tante scritte realizzate sui muri con bombolette spray o le decine di bottiglie di birra presenti nel piazzale.
Se ne scoprì clamorosamente la ragione 4 mesi dopo il vernissage, quando la Procura fece sequestrare l’intero edificio, completo di arredi e costato 8 milioni, ma edificato dall’appaltatore con tante magagne da risultare persino non collaudabile. Il processo che ne seguì si concluse con l’accertamento dei gravi difetti di costruzione ma non del dolo di costruttori e direttori dei lavori. Dunque tutti assolti, rimandando ogni controversia sul risarcimento del danno ai tempi biblici delle cause civili. Negli ultimi anni si sono fatti avanti tre privati del settore della riabilitazione, eppure l’immobile di Posatora è ancora chiuso, infestato da erbacce e vigilato da un sistema d’allarme che ogni tanto segnala tentativi di intrusione, mentre i residenti della zona si lamentano di bivacchi, murales sulle pareti e bottiglie di birra vuote a terra. Di recente erano stati avvistati dei ragazzini sul tetto.
Il recupero
Per il recupero della struttura occorrono almeno 4 milioni, fecero sapere tempo fa i vertici dell’Inrca, proprietario dell’immobile. Il Tambroni faceva parte di un accordo con la Regione come residenza sanitaria assistita, convenzionata con l’allora Asur, per ospitare 80 anziani, 60 dei quali non autosufficienti, con un nucleo per malati di Alzheimer. Nella pianificazione regionale, l’Inrca continua a gestire quei posti in parte attraverso Residenza Dorica, in parte tramite strutture intermedie. Si era valutata anche l’ipotesi di una demolizione e ricostruzione, poi si è deciso che conviene restaurare il Tambroni perché la struttura non è compromessa, anche se bisognerà rifare gli impianti e serviranno riparazioni importanti. Già nel 2007 una perizia certificò, infatti, che gli impianti erano fuori uso.