Ancona, dallo studentato alla variante per la vendita: duello tra candidati per il futuro dell'ex Lancisi

Ancona, dallo studentato alla variante per la vendita: duello tra candidati per il futuro dell'ex Lancisi
Ancona, dallo studentato alla variante per la vendita: duello tra candidati per il futuro dell'ex Lancisi
di Stefano Rispoli
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Venerdì 21 Aprile 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 14:04

ANCONA - Recupero è la parola magica. Fin troppo scontata. Già, ma poi che fare dell’ex Lancisi? «Uno studentato destinato prevalentemente agli studenti di Medicina» suggerisce Daniele Silvetti, candidato a sindaco del centrodestra. «Nessuna preclusione: se fosse necessaria un’ulteriore variante per ampliarne le opportunità di vendita, sarei favorevole», replica Ida Simonella, candidata del centrosinistra. 

La necessità 

I due sfidanti alle prossime amministrative anconetane concordano sulla necessità di riqualificare il prima possibile di uno dei tanti catafalchi che assediano la città.

L’ospedale-fantasma di via Baccarani, nel cuore del quartiere di Borgo Rodi, non è del Comune, ma un atto d’indirizzo si rende necessario nel momento in cui l’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, che ne è proprietaria, da quasi vent’anni non sa come liberarsene. «È innegabile che un immobile abbandonato di quella portata, com’è l’ex Lancisi, rappresenti una ferita per Ancona - riflette Simonella -. Vanno trovate le soluzioni, ma queste non possono realizzarsi in assenza di investitori». Chiaro il riferimento alle tre aste indette dai vertici di Torrette e andate a vuoto nel corso del 2022: nessuno si è mostrato interessato ad investire 2,7 milioni (poi scesi a 2,4) per acquistare un immobile che, con ogni probabilità, andrebbe raso al suolo e poi ricostruito per altre funzioni. «L’edificio non è di proprietà del Comune, ma da parte mia non c’è nessuna preclusione rispetto alle destinazioni d’uso possibili, nel rispetto delle norme urbanistiche di massima». 

Gli utilizzi 

Case, negozi di vicinato, uffici, studi, scuole, strutture sociosanitarie, culturali e ricettive, perfino un maxi parcheggio: tutto si può fare, tranne un supermarket. «Ma se fosse necessaria un’ulteriore variante per ampliare le opportunità di vendita, sarei favorevole - rivela Simonella -. Va comunque definito il valore dell’immobile e va capito se ci sia un interessamento da parte degli investitori». Silvetti ha le idee chiare. «Cosa fare dell’ex Lancisi? Uno studentato, prevalentemente per gli studenti in Medicina - dice - ma si potrebbe allargare anche a chi è iscritto ad altre facoltà, purché abbia alti standard di qualità e sia realizzato da chi in altre realtà d’Italia ha già fatto investimenti di questo tipo con ottimi risultati, visto che proprio in Italia centrale e nel Sud la presenza di queste strutture langue». 

L’altro nodo 

A proposito di strutture sanitarie, Silvetti estende l’orizzonte. «Quando l’Inrca verrà trasferito, la Montagnola diventerà una cittadella della salute con strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e fragili - spiega -. Prevediamo la creazione di una Centrale operativa territoriale per la funzione di coordinamento della presa in carico della persona, un ospedale di comunità e la Casa della comunità hub, primo polo anconetano per la medicina di prossimità, mentre le altre due Case della comunità all’ex Umberto I e al Crass saranno Case della salute spoke». Anche la Simonella ha chiaro in mente il percorso per l’Inrca: «Abbiamo già elaborato una serie di progetti per far sì che quell’area non sia lasciata a se stessa ed evitare che si verifichino altri “ex-Lancisi”: sarà un poliambulatorio specialistico a indirizzo geriatrico, su quello spazio vogliamo un impegno preciso da parte di tutti gli attori della partita. Ancona non può sopportare altre scatole vuote». 

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