Via il vincolo sui dehors
Gizzi: "Ispirato dal Vangelo"

Il soprintendente Stefano Gizzi
Il soprintendente Stefano Gizzi
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Martedì 11 Novembre 2014, 23:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 09:16
ANCONA - “Guardiamo prima alla sostanza. Gli aspetti legali verranno di conseguenza”. Così il soprintendente Stefano Gizzi, che cita anche il Vangelo novembrino sull’essere umili, a spiegare le sue ragioni. E che invita ora l’amministrazione comunale ad autorizzare l’allestimento all’aperto dei locali delle Tredici cannelle. E si impegna ad avviare la modifica del vincolo, una volta che il sindaco Valeria Mancinelli avrà messo nero su bianco gli impegni presi, sulla pubblica utilità dei dehors invernali e sui maggiori controlli, perché nessuno degli operatori sgarri. “Mi impegno in ogni caso, quale direttore regionale ad interim, a dare mandato al funzionario avvocato della stessa direzione, che ha seguito la questione da almeno tre anni, di studiare sin da ora le procedure più corrette per la revisione (non abolizione) del vincolo”, sottolinea Gizzi. Un ragionamento anche filosofico, rispetto alla fruibilità dei beni monumentali. “Credo che il fattore principale sia il dialogo tra persone, ancor prima di quello istituzionale - sottolinea il soprintendente -. In questo senso, ognuno di noi, sia come essere umano, sia come rappresentante di un ente non è un’isola a se stante, ma un organismo che deve relazionarsi con gli altri”. Quindi, il ripensamento. “Devo dire che a spingermi a fare un passo indietro, al servizio della città, sono state anche meditazioni di carattere personale, nonché religiose. In questo senso il Vangelo novembrino sull'essere umili ("beati i miti") mi ha fatto molto riflettere, così come ho ripensato ai rapporti cordiali col sindaco”. Di fondo, sottolinea il soprintendente, “ritengo che l'aspetto principale su cui riflettere sia nell'uso corretto dei beni architettonici”. Gizzi cita lo storico dell'arte Alois Riegl che, “nel 1903, scrivendo un testo per la prima legge di tutela austriaca, individuava una lunga serie di valori per i monumenti: valore storico, di antichità, commemorativo, di novità e, infine, d’uso; ecco, l'uso rappresenta un valore. Senza una utilizzazione adeguata, non solamente contemplativa o visiva, le opere architettoniche muoiono, ed una utilizzazione corretta, una fruizione ed una giusta riappropriazione da parte della società contribuiscono ad accrescerne le qualità”.

Il finale però è ancora tutto da scrivere. Che succederà ora, in attesa della modifica del vincolo? “Nella lettera inviata al sindaco la Soprintendenza prende atto della volontà chiara, espressa e dichiarata dell'interesse pubblico dei caffè all’aperto, per una migliore e più completa fruizione collettiva, e concorda - sottolinea Gizzi -. Parallelamente l'autorità giudiziaria farà le proprie valutazioni, che riguardano, però, ciò che è già accaduto. Quindi, per il futuro, già da oggi, il sindaco può ripristinare quanto concordato ad agosto. Naturalmente, quando quanto espresso verbalmente e a mezzo stampa ce lo renderà esplicito con una lettera, o con altre modalità da concordare, ne prenderemo atto per avviare un esame esaustivo degli aspetti vincolistici”.



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